L’abbazia di S. Giovanni in Venere si trova nel comune di Fossacesia, in provincia di Chieti, costruita tra il fiume Sangro e il torrente Olivello. Sorge su un promontorio da cui si dominano i campi coltivati circostanti e un vasto tratto di mare, noto come Costa dei Trabocchi. L’attributo “in Venere” potrebbe derivare dalla presenza di un tempio romano dedicato, appunto, alla dea Venere, del quale, però, non rimane alcun resto architettonico, ma solo la sopravvivenza del toponimo Venere. Tra VIII e X secolo è attestata la presenza di una semplice cella monastica, mentre la nascita dell’abbazia vera e propria avviene nel 1015 ed è attribuita a Trasmondo II, conte di Teate (Chieti), il cui corpo è seppellito nella cripta della chiesa abbaziale. L’aspetto odierno è il risultato delle trasformazioni apportate tra il 1165 e il 1204 dall’abate Odorisio II e di quelle successive, compiute tra il 1225 e il 1230 dall’abate Rainaldo. Attualmente l’abbazia ospita una comunità di Padri Passionisti.
All’esterno il visitatore può osservare la solida struttura della chiesa, costruita con blocchi di arenaria nella parte inferiore e mattoni in quella superiore, e soffermarsi ad osservare il bel portale principale, detto Porta della Luna, così chiamato perché, durante il solstizio d’estate, è raggiunto dalla luce del sole al tramonto che illumina il presbiterio e la cripta. La Porta del Sole è, invece, rappresentata dalle aperture presenti nelle tre absidi, attraversate dai raggi solari durante il solstizio d’inverno.
L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate che terminano con absidi (archi, volte), divise da dodici pilastri e archi. Il presbiterio, sopraelevato rispetto al piano dell’aula, è incorniciato da un grandioso arco trionfale. Sotto il presbiterio si stende la cripta suddivisa da colonne appartenenti all’antico tempio di Venere. L‘altare, costituito da un’antica lastra di marmo, è collocato nell’apertura dell’abside centrale. Interessante è anche il chiostro formato da una galleria di finestre trifore con colonnine senza base e capitelli variamente decorati. I tre lati del chiostro si congiungono al grande arco gotico del campanile sotto la cui campata è posto un sarcofago romano proveniente da scavi eseguiti nella zona circostante.