Una volta arrivati a Bomba, in provincia di Chieti, vi chiederete di sicuro quale sia l’origine di un nome così particolare. Secondo alcune fonte potrebbe essere un errore di trascrizione, che avvenne nel 1058, quando un pezzo del territorio, Vocabolo in “Burba” venduto al vescovo di Chieti potrebbe essere stato scritto “Bumba”; secondo altre potrebbe invece derivare da una radice greca, “Bomos”, che significa altura; c’è pure chi si spinge a ipotizzare un ebraico “Bohm”, gregge di pecore.

Sta di fatto che a distanza di oltre mille anni, il paese abruzzese, che vedete brillare sulle pendici del Monte Pallano continua a suscitare simpatia per il suo nome esplosivo e per il lago che lo caratterizza: nato dallo sbarramento del fiume Sangro, con una diga in terra battuta – la prima a essere realizzata con questa tecnica in Europa (1962) – sembra un occhio azzurro nel verde circostante, che si allunga per 7 chilometri con una profondità variabile, da un livello minimo all’ingresso dell’immissario, nei pressi di Villa Santa Maria al massimo di 57 metri e mezzo. 

Sulle sue sponde, il pescatore che vive in voi, si può scatenare nella pesca sportiva di cavedani, carassi, carpe, persici reali, tinche, anguille, trote, e nelle discipline acquatiche più divertenti, come la canoa, il windsurf o lo sci nautico.
Anche per voi, che non sapete cavalcare le onde, ci sono altre possibilità di attraversare lo specchio d’acqua in tutta sicurezza, noleggiando per esempio un pedalò, per godere piacevolmente dello scenario naturale intorno al lago.

Entrate in centro e perdetevi tra le porte d’accesso e le minuscole vie con gradinate lastricate in pietra, che testimoniano della sua epoca medievale; un occhio anche alla chiesa di Santa Maria del Popolo, nella parte più alta del paese, che risale al secolo XIV, ma si presenta nelle forme barocche della metà del Settecento, quando fu ricostruita e arricchita di stucchi e opere d’arte. 
Nei pressi, si erge Palazzo Spaventa, del secolo XVIII, casa natale dei fratelli Spaventa, Bertrando, filosofo, e Silvio, patriota del Risorgimento e uomo politico.
Visitate anche il Museo etnografico con la rimessa per gli attrezzi di lavoro, la cantina, la stanza del telaio, la camera da letto, la cucina e gli angoli dei mestieri, della scuola e dei giochi, a ricordo di un tempo passato, che vi può essere raccontato su prenotazione dalle stesse persone che usarono questi oggetti.

Una bella scarpinata di circa un’ora, ma ne vale la pena, la potete fare sul versante meridionale di Bomba, attraverso una mulattiera e un sentiero che vi portano sulla vetta del Monte Pallano, circa 1000 metri d’altezza. Qui sorgono le rovine di Pallanum con le sue maestose mura megalitiche, suddivise tra i Comuni di Bomba e di Tornareccio
Il sito archeologico è ciò che rimane dell’antico centro dei Frentani, rammendato in un’importante iscrizione osca e i cui ritrovamenti sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Chieti che vi invitiamo a visitare. 

Non vi rimane che esplorare i piatti della tradizione, come il rintrocilo (il nome del mattarello con profonde scanalature, utilizzato subito dopo aver steso la sfoglia di pasta), i ravioli con ricotta e zafferano, l’agnello alla brace, le patate sotto il coppo, le pappardelle al sugo di papera, ed esclamare: “Questo paese è una vera bomba”.