Venite a scoprite Canosa Sannita, in provincia di Chieti, un borgo situato su una collina a pochi chilometri dall’Adriatico, tra i torrenti S. Onofrio e La Venna, in un territorio ricco di vigneti sparsi su dolci pendici.
Le sue origini sono molto antiche e incerte e, secondo alcune fonti, risalgono al IX secolo, epoca in cui risulta annoverato tra i possedimenti del vescovo di Chieti.
Il castello viene ricordato ancora nel XIII secolo quando entrò in possesso di Guglielmo di San Giuliano, “giustiziere d’Abruzzo” e fedele al re Manfredi, che vi pose una guarnigione, in un periodo in cui nel paese era attiva la produzione di macine da mulino.
Volete sapere perché il paese ha un doppio nome? Per distinguersi da Canosa di Puglia – come imponevano le regole per la neonata Italia che non doveva avere comuni con la stessa denominazione – fu aggiunto al primo nome l’epiteto “Sannita”: secondo alcune fonti, infatti, “l’impero” del popolo guerriero dei Sanniti, che diede filo da torcere ai Romani, pare comprendesse anche questo territorio.
Nelle vie del centro storico, il vostro sguardo è catturato da Palazzo Martucci, un imponente ed elegante edificio affacciato sul belvedere, che appartiene all’omonima famiglia: fu costruito nel XVI secolo come struttura difensiva e trasformato nel XVIII secondo in palazzo fortificato, con volte a vela e finestre a bocca di lupo.
Oggi è sede del Museo della Guerra per la Pace che vi invitiamo a visitare, con 16 sale in cui sono esposte importanti testimonianze della Storia d’Italia, dalle Guerre di Indipendenza all’ultimo conflitto mondiale. Di sicuro interesse è la cospicua collezione di uniformi italiane, che vi offre la possibilità di seguire tutte le loro evoluzioni.
Entrate quindi nella chiesa parrocchiale di San Filippo e Giacomo, ricostruita nel dopoguerra, e ammirate l’elemento più antico del complesso: è un busto ligneo del 1700 raffigurante San Biagio, di pregevole fattura.
Dismessi gli abiti “cittadini”, indossate una bella tuta e, a piedi, in bici o – se siete esperti – a cavallo, inoltratevi nel suggestivo paesaggio naturale circostante, lungo “I Sentieri del Vino”: itinerari realizzati recuperando gli antichi passaggi dei contadini, che si “perdono” tra vigneti, uliveti e boschi rigogliosi, con soste negli antichi fondi del territorio, appositamente attrezzati.
Percorrendo i tracciati, ben segnalati e riconoscibili grazie ai numerosi cartelli informativi, potete incontrare manufatti della tradizione rurale, come il Casino di Moggio, la Torre del Castelluccio e il Mulino De Sanctis.
Non perdete inoltre l’emozione di attraversare l’antico Tratturo Magno che si snoda nell’agro di Canosa: il percorso collegava L’Aquila con Foggia e con i suoi 244 chilometri era il più lungo dei cinque Regi Tratturi; qui venivano convogliate le greggi provenienti dai massicci del Gran Sasso d’Italia, di parte del Sirente e della Maiella fino ai pascoli del Tavoliere delle Puglie.
Andate infine a vedere le grotte che i briganti scavavano nella sabbia per nascondersi e che i locali chiamano “chicurummelle” e poi mettetevi a tavola con i piatti e i vini tipici della provincia di Chieti. Un divino linguaggio di bontà, quello dei maccheroni alla chitarra, conditi con ragù misto di carne di manzo, maiale o agnello, o dei fiadoni, rustici a forma di ravioli preparati con un impasto di uova, olio, vino bianco e farina, con un ripieno a base di vari formaggi, uova e spezie diverse. Il tutto innaffiato con gli eccellenti e pluripremiati vini rossi, bianchi e rosati della regione, prodotti con vitigni campioni, come il Montepulciano e il Trebbiano d’Abruzzo.