Tra ripidi fianchi boscosi, sulla strada che da Sulmona porta a Campo di Giove, appare alto su un colle Cansano, stretto nella valle tra la Maiella e il monte Rotella.
La meta ideale per voi, appassionati di natura.
Il borgo, in provincia dell’Aquila, è circondato da estese faggete abitate da lupi e da orsi, che l’ente Parco nazionale della Maiella provvede a osservare a tutelare quotidianamente.
Sono loro, gli animali, i veri cittadini del territorio, che rendono speciale, reale e vitale, questa parte d’Abruzzo, aspra e selvaggia. Vi trovate sul versante occidentale della Montagna Madre, solcato da cammini e da sentieri, che potete esplorare in sicurezza.
Tutte le informazioni e relativo materiale, lo rilascia il Centro di escursionismo del Parco, a Cansano, dove Maestri di Escursionismo-Accompagnatori di Media Montagna del Collegio Regionale Guide Alpine d’Abruzzo organizzano escursioni guidate in tutte le stagioni.
Nel borgo, che si presenta d’aspetto medievale, con i ruderi di un castello a evocare quell’epoca, visitate nella piazza principale del paese il Centro di documentazione (in estate aperto tutti i giorni) il quale ospita i reperti delle varie campagne di scavo, provenienti dall’area archeologica di Ocriticum, poco distante dal paese: si tratta di un sito di età italico-romana, con una necropoli e un santuario, posto lungo la strada che, costeggiando le pendici dell’imponete centro fortificato di Colle Mitra (la punta più elevata di un sistema collinare posto nella estremità sud est della conca peligna), metteva in comunicazione la città romana di Sulmo (Sulmona) con il Sannio.
L’antico abitato ebbe il momento di maggiore frequentazione tra la fine del IV secolo a.C. e la metà del II secolo d.C. Ammirate la sala espositiva del museo articolata in sette vetrine che raccolgono testimonianze materiali pre-protostorici, come corredi funerari e soprattutto oggetti votivi rinvenuti nei depositi dei templi, statuette fittili, teste, balsamari e frammenti vitrei.
Al piano terra, trovate una mostra permanente sull’emigrazione, soprattutto quella verso l’America tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 che interessò oltre 1500 cittadini di Cansano, con una ricca collezione di oltre 500 immagini e decine di documenti. In un angolo, sono rievocate anche le storie di personaggi abruzzesi, letterati e scrittori, che hanno lasciato un segno, come John Fante o Pascal D’Angelo, le cui famiglie emigrarono in America.
Delle chiese del borgo, l’unica aperta, ma solo per alcuni eventi durante l’anno, è quella dedicata a San Nicola, protettore dei minatori, dei pastori e degli emigranti, il cui culto è molto sentito dalla comunità.
Le altre sono in attesa di tornare agibili dopo il sisma del 2009, e se ritornerete a Cansano potrete visitarle. Consolatevi nell’attesa con i piatti della tradizione, come le “sagne” e le carni d’agnello. Solo per cominciare.