Se la terra appartiene ai suoi proprietari, il paesaggio naturale e culturale appartiene a chi sa apprezzarlo.
Voi sapete apprezzare le opere d’arte della natura e dell’uomo?
Lo scoprirete visitando il territorio di Castel Castagna, in provincia di Teramo, che vive in uno scenario montuoso di rara bellezza, dove anche un filo d’erba perduto nell’immenso paesaggio diventa un capolavoro.
Siete in un angolo dell’antica Valle Siciliana, chiamata in questo modo forse perché i suoi originari abitanti furono i Siculi, popolazione italica che la dominò fino a quando nel 290 a.C. l’area del “Pretuzio”, l’attuale provincia di Teramo, fu occupata del console romano Manio Curio Dentato.
Un luogo in cui i panorami aperti sul Gran Sasso d’Italia e sui Monti della Laga, sulle montagne dei Fiori e di Campli e sul massiccio della Maiella, diventano uno stato d’animo, di libertà e di bellezza, che vi accompagna per tutta la visita al borgo fortificato, di epoca alto-medievale. Si parla infatti del borgo in un Catalogus Baronum, databile tra il 1150 e il 1168, nel periodo della dominazione normanna.
Non perdete la visita alle sue minute raffinatezze fatte di palazzi antichi, con portali in pietra del XIV-XIII secoli e con la parrocchiale di San Pietro Martire, già esistente nel ‘300 e restaurata nel ‘500, con un importante portale lapideo d’epoca rinascimentale.
La perla più preziosa del territorio è la chiesa di Santa Maria di Ronzano, che trovate nei pressi del fiume Mavone: una meravigliosa opera d’arte, verosimilmente parte di un importante complesso monastico benedettino, che testimonia il passaggio tra lo stilo romanico maturo e il gotico.
La chiesa venne edificata anteriormente all’ultimo ventennio del XII secolo, come attestano i preziosi affreschi absidali datati 1181 e l’incendio del 1183 che ha lasciato tracce all’interno.
Per tutte le informazioni sulla visita consultate il sito del comune.
Altri capolavori di Castel Castagna sono il pecorino abruzzese, formaggio fatto con il latte fresco intero di pecora caglio di origine animale e sale che viene consumato in diverse stagionature, fino a poter essere grattugiato sulla pasta, e i salumi tradizionali dei produttori locali. Ogni fetta di prosciutto si scioglie in bocca.
Le danze continuano con i maccheroni alla chitarra, leader della regione, che si prestano a qualsiasi tipo di condimento, anche se tra i più utilizzati in Abruzzo sono il classico sugo alle pallottine di carne, alle tre carni, con pomodoro e basilico, oppure con funghi e tartufi e persino ai frutti di mare.
Non dimenticate di assaggiare gli arrosticini, altra pietanza iconica della regione, e le polpette cacio e uovo.
Una bellezza di sapori, che non ha fine.