Beni Culturali e Ambientali

Cepagatti

By 30 Novembre 2023No Comments

È inutile una guida illustrativa di Cepagatti, in provincia di Pescara. Sono le sue mura che raccontano la storia della comunità, ad appena 7 km da Chieti, tra distese di grano e di ulivi. 

Ai vostri occhi si schiudono moltissimi affreschi fra vicoli lastricati e slarghi, raffiguranti per la maggior parte scene di vita passata, immortalate su pareti e facciate delle abitazioni, sulla base di un percorso storico e leggendario, che vi porta alla scoperta del borgo abruzzese. 
Sono stati realizzati da una pittrice locale, oggi scomparsa, che con i suoi alunni ha rappresentato la storia paesana, attribuendo valore artistico e grande originalità al borgo, iscritto all’Associazione Italiana Paesi dipinti.
Al centro dei murales, che sono ricorrentemente restaurati, trovate la nobildonna Antonia Profeta, che, in epoca longobarda, sposò il marchese Filippo Valignani di Chieti. Si ritiene infatti che Cepagatti abbia in quell’epoca tratto le sue origini, di cui si parla sin dal 1147. Potrebbe esserne una traccia, un grosso torrione chiamato “Torre Alex”, che si eleva in piazza, ultimo ricordo di un antico maniero, Castello Marcantonio, oggi trasformato in ristorante.

In realtà, la storia di Cepagatti è ben più antica: il ritrovamento di frammenti di opus reticolatum, doli di terracotta, cisterne e resti di una villa, testimoniano in loco la presenza romana. 
Altri murales si affacciano tra i muri raccontando le attività tipiche che da secoli hanno caratterizzato la vita dei borghi abruzzesi, con gli artigiani in azione, tra fornai fabbri, contadini.

Volete sapere da dove arriva lo strano nome del borgo? Secondo alcune tesi, potrebbe derivare dal “ci pagate”, visto che il castello era un punto di passaggio in cui si doveva sborsare una sorta di pedaggio (ricordate l’indimenticabile film “Non ci resta che piangere” con la scena della “dogana”, che costava un fiorino?).

Visitate la piccola Pinacoteca comunale con una raccolta di opere di artisti contemporanei italiani donati dagli autori, in occasione della rassegna “Raffaele d’Ortenzio: contemporaneità della memoria”.

Ammirate anche la chiesa di Santa Lucia, in stile neoclassico, risalente al XVIII secolo, con un portale sormontato da un rosone in pietra della Maiella, un campanile che custodisce campane in bronzo e oro, e all’interno, l’opera più preziosa, una tela dipinta dal pittore Francesco De Benedictis nel 1830 raffigurante San Rocco.

Pasta alla mugnaia, ravioli, arrosticini, carne alla brace e pecorino illuminano il vostro pranzo all’insegna delle più ghiotte tradizioni locali.

Cos’altro vedere
La Cappella di San Rocco
La chiesa di San Nicola di Bari
Le case di terra, nella frazione di Villareia