La chiesetta rurale di Santa Maria di Roncisvalle sorge sull’antica via romana denominata Numicia o Minucia, lungo il tracciato del tratturo Celano-Foggia.
Il suo nome secondo la leggenda deriverebbe da un feroce episodio di battaglia avvenuto tra gli abitanti di Sulmona e quelli di Pescocostanzo. Appartenuta ai monaci Agostiniani, prese il nome dall’Ordine ospedaliero di S. Maria in Roncisvalle, originario di Pamplona e seguace della regola Agostiniana. Conosciuta anche con il nome di Santa Maria Lungis Valle, Rosa de Vallis o, più di recente, di Santa Maria Giovanna, fu eretta forse sopra un tempio romano nel XIII secolo in una zona ritenuta sacra dedicata probabilmente al culto di Minerva. La chiesa divenne meta di pellegrinaggi soprattutto dopo che Papa Paolo III (1534-1549) riconobbe il potere miracoloso all’immagine della Vergine di Roncisvalle. Nel giugno 2020 è stato reso noto il prezioso ritrovamento, ad opera del giovane ricercatore sulmonese Stefano Mari che, partendo dal catalogo delle pergamene redatto dagli studiosi Giovanni Pansa e Pietro Piccirilli, ha scoperto una bolla di Papa Bonifacio IX, emessa nel 1931, che concede l’indulgenza plenaria ai devoti in visita alla Chiesa di Santa Maria di Roncisvalle di Sulmona. fra i documenti della Pia Casa della SS. Annunziata di Sulmona (circa tremila) conservati presso l’Archivio di Stato di Sulmona. La bolla, la stessa che 100 anni prima Papa Celestino V riconobbe per la basilica di Collemaggio a L’Aquila, è concessa a tutti i fedeli che si fermano a pregare davanti all’immagine della Madonna, nel periodo dell’ottava dell’Assunta, cioè il 22 agosto. L’ interno della chiesa è a navata unica rettangolare, mentre alla facciata, nel Settecento, è stato aggiunto un portico con volta a botte lunettata raffigurante la Madonna col Bambino. L’unico arco d’ ingresso in conci squadrati, è a tutto sesto con lo stemma della città. Dopo lavori per il restauro e la messa in sicurezza del piccolo luogo sacro da parte della Soprintendenza, soprattutto alla luce del prezioso ritrovamento, ipotizzando il ripristino del rito della Perdonanza così come avviene all’Aquila, la chiesa è stata riaperta al pubblico nel settembre 2021.