La chiesa di San Francesco è annessa all’omonimo convento, fondato al tempo della seconda generazione di insediamenti francescani in Abruzzo, cioè nel 1252. Essa fu costruita su un complesso architettonico andato perduto, costituito dalla chiesa di S. Legonziano e dal relativo convento dei secoli VII-VIII, i cui resti sono oggi presenti nelle botteghe al di sotto dell’edificio e del campanile e nella sagrestia. La chiesa venne terminata intorno al 1260 ma conservò il nome di S. Legonziano fino alla metà del XIV secolo. Lo schema era quello semplice della “chiesa fienile” a navata unica allungata, con copertura a capriate lignee, senza transetto e con coro sovrastato da volta a crociera. Tipico della chiesa mendicante è il contrasto tra la navata, semplice e nuda, destinata ai fedeli, e il coro, più curato e ricco, riservato al culto ed ai presbiteri. Un altro elemento della primitiva costruzione è la parte inferiore del campanile, una struttura quattrocentesca in cotto. La chiesa aveva una navata, più corta della metà di quella attuale, con copertura a tetto e fiancheggiata sul lato destro da sette cappelle e un coro quadrato a volta. La presenza della cappelle è legata alla particolare funzione che la chiesa aveva nell’ambito della vita sociale cittadina, come luogo di riunione del Parlamento cittadino o centro di aggregazione per i gruppi di mercanti che si trovavano in città in occasione di fiere e che poi rimasero sul posto. In relazione a queste attività, vennero accolte nella chiesa Confraternite laiche e venduti siti per la realizzazione di cappelle o altari gentilizi sia di lancianesi sia di stranieri. Tra gli arredi barocchi è un pulpito in noce e un ricco organo intagliato, dipinto e dorato, che fu donato dal Papa Clemente XIV. Sull’altare maggiore è posto il reliquiario, contenente la testimonianza del primo miracolo eucaristico avvenuto intorno al 700. Esso è costituito da un ostensorio in argento del 1713 posto su due angeli e da un calice in cristallo che conservano, rispettivamente, la carne e il sangue, effetto della trasformazione dell’ostia e del vino.