A circa 4 km dal centro di Capestrano, nei pressi del fiume Tirino lungo la statale che porta a Bussi, sorgono in aperta campagna la Chiesa di San Pietro ad Oratorium e alcuni resti delle mura dell’antico monastero di cui la chiesa stessa faceva parte. Un’iscrizione sull’architrave del portale della facciata ricorda che la primitiva chiesa fu fondata, nel VIII secolo, dal re longobardo Desiderio e rinnovata nell’anno 1100. Del XII secolo rimane la facciata, fino all’altezza del tetto delle navatelle e, sul fianco destro, il portale con frammenti del IX secolo. La chiesa conserva ancora lo schema delle primissime chiese romaniche. La chiesa romanica è fortemente ispirata, sia dal punto di vista architettonico sia decorativo, alla chiesa di San Liberatore a Maiella. Di particolare pregio sono i capitelli dei pilastri. I motivi riprodotti sono i più vari ed originali e si ispirano ad elementi del mondo vegetale e animale e a motivi simbolici arcaici. Tralci, fogliame, palmette, grappoli, fiori e boccioli sono combinati con raffigurazioni animali come il leone, l’uccello, il cane e figure meno definite. L’interno a tre navate contiene un bellissimo ciborio del XIII secolo, alle cui spalle si apre il grandioso affresco absidale che rappresenta i 24 vecchi dell’Apocalisse e il Cristo in trono tra i simboli degli evangelisti. La paternità del portale spetta alle maestranze di San Liberatore che lo realizzarono intorno alla fine del 1100 ma un’opera di restauro fu avviata alla fine del dodicesimo secolo ad opera di un maestro proveniente da San Clemente a Casauria. Coeva all’epigrafe dell’architrave, e perciò risalente al XII secolo, l’iscrizione disposta su cinque righe su di un concio a sinistra del portale, un’enigmatica scritta “ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR“, la quale può essere letta da sinistra a destra e da destra a sinistra, dall’alto al basso e dal basso all’alto. Molte interpretazioni sono state avanzate, ma la più accreditata è quella che ritiene si tratti di un crittogramma che anagrammato forma le parole Pater Noster più le lettere A e O, cioè alfa e omega.