La chiesa di Santa Maria a Mare sorge al di fuori del centro storico, lungo la costa. Si trova sul luogo dell’antica città romana di Castrum Novum che poi divenne il centro medievale di San Flaviano. E’ probabile che essa sia stata costruita prima dell’anno Mille. La chiesa ha subìto notevoli trasformazioni e modifiche nel corso del tempo mantenendo però i suoi caratteri romanici. L’ultimo restauro effettuato tra il 1964 e il 1968 ha riportato alla luce il suo aspetto duecentesco. Due piccole finestre servono ad illuminare l’interno.Il portale viene attribuito a Raimondo di Poggio, maestro scalpellino ed architetto. Sui lati tre robuste colonne, culminano in capitelli lavorati a foglie, margherite ed animali mitologici. Sui capitelli delle colonne esterne stanno due basi con due leoni accovacciati, simbolo della forza e della potenza della Chiesa che non teme di essere perseguitata, come è accaduto dall’origine della sua storia; a simboleggiare questa forza è il leone di destra che sembra intrattenere una lotta con un drago, simbolo di eresie e persecuzioni mentre quello di sinistra più pacatamente regge in mano un libro. Il portale è riccamente decorato con intagli e decorazioni, con motivi floreali, animali e volti umani, diciotto formelle scolpite a bassorilievo delle quali alcuni studiosi hanno attribuito la paternità ai Liburni, un antico popolo dell’Italia; altri hanno ritenuto che si tratta di resti di templi pagani: l’aquila e il falco sono simboli della luce, la salamandra simboleggia il fuoco, la colomba rappresenta lo Spirito Santo, i leoni sono indice di potenza e forza. La serie di formelle rappresenta una storia, raccontata attraverso scene simboliche, che narra delle diverse fasi dello zodiaco, dell’alternarsi delle stagioni e del percorso del sole durante l’arco della giornata nel suo continuo passare tra l’aurora, l’alba, il giorno, il tramonto, il crepuscolo e il buio della notte dentro scene varie e curiose piene di riferimento ai miti, al modo pagano e alla tradizione cristiana. La lunetta sopra il portale, molto ridotta nelle dimensioni, ospita una piccola scultura raffigurante la Madonna in cattedra che stringe a sé il Figlio. Dal fondo della navata meridionale, si accede alla camera di San Gabriele dell’Addolorata, che fece tappa nella chiesa nel Luglio 1859 tornando da Pieve Torina, dove aveva compiuto gli studi filosofici, per compiere gli studi teologici in Abruzzo.