La chiesa di Santa Maria Maggiore a Pianella, conosciuta anche col nome di Sant’Angelo, risale all’epoca dell’espansione monastica dei Benedettini in Abruzzo nei primi secoli dopo il Mille.
Arrivati nella regione nei secoli VIII e IX i Benedettini iniziarono la vera espansione intorno al XII secolo con la costruzione o ristrutturazione delle grandi abbazie intorno ai nuclei abitati alto-medievali. In questo contesto si inserisce la chiesa di Pianella.
L’edificio giunto fino a noi venne costruito negli ultimi anni del XII secolo ma le sue origini sono certamente più antiche.
La chiesa rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura romanica in Abruzzo e presenta tutte le caratteristiche di un edificio medievale: struttura compatta e solida, piccole e poco numerose aperture , forte spessore dei muri, elementi artistici e decorativi che arricchiscono la semplice struttura.
Naturalmente quella attuale è la risultante di una serie di interventi di trasformazione e di restauro succedutisi nel corso dei secoli e che hanno coinvolto la struttura più generale ma anche i singoli elementi come la facciata, il portale e il rosone. La tipologia architettonica è quella basilicale a tre navate tipica delle chiese romaniche abruzzesi, come Santa Maria del Lago a Moscufo, San Pietro ad Oratorium a Capestrano, Santa Maria delle Grazie a Civitaquana e San Clemente al Vomano.
Il mattone è il materiale protagonista della costruzione che produce effetti decorativi e cromatici soprattutto all’esterno della chiesa. Il portale a sesto acuto, probabile opera di Maestro Acuto, è scolpito a bassorilievo, così come l’architrave decorato con raffigurazioni di otto personaggi riconoscibili grazie alle iscrizioni. Al centro siede la Vergine con in mano un libro, alla sua sinistra S. Giovanni Battista e alla sua destra S. Giovanni Evangelista. Separati da due rosette quadrate sono due gruppi di personaggi; a sinistra S. Pietro e S. Paolo, a destra un personaggio non identificato seguito da S. Nicola e Re David. Unici elementi della struttura precedente sono due resti di sculture che rappresentavano due leoni, tipici del simbolismo medievale. All’interno della lunetta è un affresco raffigurante la Vergine che allatta il Bambino, opera successiva del XV secolo.
Il rosone, realizzato dal Maestro Acuto, è sicuramente l’elemento di spicco della facciata per le sue dimensioni sproporzionate rispetto all’insieme, principale fonte di luce all’interno della chiesa, una ruota decorativa tra le più belle del patrimonio regionale. La torre campanaria risale alla fine del XII secolo e completato dal XV al XVIII secolo.
Nella chiesa sono presenti opere di grande rilievo artistico realizzate all’epoca dell’abate Roberto intorno alla fine del XII secolo. Tra queste spicca lo splendido ambone, opera di Maestro Acuto, un importante ciclo di affreschi realizzato all’epoca delle grandi opere scultoree, tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e affreschi di influenza benedettina del XII secolo, un affresco di fine ‘300 o inizio ‘400 raffigurante l’Eterno Benedicente. Affreschi sparsi si trovano anche su colonne e pilastri e di particolare rilievo è l’affresco della navata destra raffigurante scene della vita di San Francesco e di San Berardino da Siena, databile tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. Queste opere pittoriche risentono chiaramente di influssi della pittura meridionale ed in particolare di quella capuana che raccoglie la lezione dell’arte bizantina diffusa all’epoca nell’Italia meridionale.