La chiesa di Santa Maria Assunta e l’Oratorio di San Pellegrino facevano parte di un Monastero risalente all’inizio dell’era cristiana. Tra III e IV secolo, infatti, divenne luogo di sepoltura di San Pellegrino, martirizzato a Bominaco trafitto da lance. La datazione della chiesa di Santa Maria Assunta non è certa, ma sicuramente precede la data del 1180 riportata sul pulpito e del 1223 riportata e sull’altare. Le prime fonti storiche che citano la chiesa sono un diploma imperiale di Corrado II del 1027, un diploma di Enrico V del 1118 ed una bolla di Leone IX del 1051. In essi il monastero viene citato come ecclesia sancti Peregrini. Alcuni secoli dopo il martirio di San Pellegrino, intorno all’VIII, venne edificata sulla sua tomba una prima chiesa che venne donata all’abbazia benedettina di Farfa, dalla quale si rese indipendente solo nel 1001. Di tutto il complesso oggi restano solo la Chiesa e l’Oratorio, due splendidi esempi dell’architettura romanica abruzzese. La data di costruzione della chiesa di Santa Maria Assunta va riferita al periodo tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. La decorazione dell’archivolto e dell’architrave del portale ricorda quella dei portali di San Liberatore a Maiella e San Pietro ad Oratorium. La chiesa contiene all’interno un complesso di eccezionale pregio artistico costituito dalle dodici colonne, dal pulpito e dal candelabro. L’interno della chiesa presenta le tre navate separate da dodici colonne tutte disuguali tra loro e culminano in bellissimi capitelli che si ispirano allo stile corinzio. presumibilmente realizzate con materiale recuperato dalla vicina Peltuinum. Ad opera dell’abate Giovanni nella seconda metà del Duecento la chiesa si arricchisce di arredi che costituiscono vere opere d’arte. A lui si deve l’ambone che si trova sul lato sinistro della navata centrale e che fu realizzato nel 1180. Il ciborio e l’altare sono datati al 1233, anno della consacrazione della chiesa. Particolarmente lavorato è il fregio dell’architrave che riproduce gli stessi motivi vegetali dei capitelli misti a figure animalesche, come l’agnello, il lupo o il leone e a scene di caccia e di vita quotidiana. Nella zona presbiteriale, accanto al ciborio si trova un cero pasquale tra i più belli ed originali dell’intera regione.