Lungo la Val Vibrata, in provincia di Teramo, vive un paese con una storia ancestrale, Corropoli. Ascoltate quel che ha dire e poi decidete voi se visitarlo o meno.
Qui, tra le pieghe delle colline, oltre cinquemila anni fa sorgeva il Villaggio di Ripoli, uno dei più grandi insediamenti appartenenti al Neolitico (8000-4000 a.C.) e probabilmente abitato anche in precedenza, nell’epoca Mesolitica (10000-8000 a.C.), come attestano recenti scavi.
Per la sua importanza, il villaggio preistorico ha dato il suo nome perfino a una particolare cultura, di cui è peculiare una produzione ceramica a fasce dipinte; la denominazione Corropoli, inoltre, non è altro che una derivazione di “Collis Ruppuli”, così come i Romani lo chiamavano, cioè “Colle di Ripoli”.
Andate a visitare al Museo civico archeologico di Teramo il reperto più celebre, di quelli affiorati nell’area: la tomba della “donna col cane”, una serie di antichissime ossa umane e animali allineate e unite per l’eternità, che vi susciteranno di sicuro un brivido di emozione.
In seguito, in questa lingua di terra benedetta da Dio, si alternarono i Romani, che vi innalzarono templi e residenze, quindi venne il tempo dei monaci, Benedettini, Celestini e Francescani che vi costruirono imponenti monasteri e conventi e poi della famiglia degli Acquaviva, che costruì e abbellì il centro storico e il Palazzo baronale, rimasto in piedi fino ai primi del 1800.
Fra i monumenti che non dovete perdere, la Badia (o Abbazia) di Santa Maria di Mejulano. Edificata dai benedettini cassinesi sui resti di un tempio pagano dedicato alla Dea Flora, è una delle prime chiese realizzate nel territorio. All’interno, si conservano altari barocchi in stucco e marmo e una statua quattrocentesca in terracotta policroma della Madonna delle Grazie, bello l’altorilievo dorato della Madonna del Sabato Santo.
Meritano una visita anche la chiesa parrocchiale di Sant’Agnese, o anche “Santuario della Madonna del Sabato Santo”, edificata nel XIV secolo sopra una cappella preesistente, e l’oratorio di San Rocco, dalla forma ottogonale, che risale al 1700.
A tavola, siete allietati da un concerto di specialità culinarie del Teramano, dai maccheroni alla chitarra alla capra neretese e al tipico timballo abruzzese, accompagnati dall’eccellente vino della zona.
E se avete ancora voglia di muovervi alla scoperta delle antiche colline anche dal punto di vista enogastronomico, la “Strada del vino” fa al caso vostro: sono trenta chilometri di sorsi e di sapori, che oltre a Corropoli, comprendono Controguerra, Torano nuovo, Ancarano e Colonnella.
Avete allora deciso se visitare Corropoli? Noi pensiamo di sì.