Beni Culturali e Ambientali

Crognaleto

By 30 Novembre 2023No Comments

Per visitare Crognaleto con il suo articolato territorio vi consigliamo di prendervi non uno, ma più giorni di vacanza perché c’è tutto un mondo, sorprendente, che vi aspetta. Siete nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, dove il borgo si innalza con i suoi 1105 metri di altezza sulla Strada Statale 80 delle Capannelle, che unisce l’Abruzzo teramano alla provincia dell’Aquila.

Il comprensorio è immerso in una natura incontaminata, tra boschi di castagno, pino e faggio, corsi d’acqua e cascate, che armoniosamente si intrecciano alle testimonianze storiche e religiose sparse sul territorio: la loro storia è antichissima, come il rito millenario del Fuoco di Natale, che illumina e scalda la piazza centrale della frazione di Nerito dal tramonto della vigilia fino all’Epifania. 
Elementi ideali per un turismo genuino, rispettoso della montagna e dell’ambiente. E come poteva essere altrimenti per un borgo il cui nome rappresenta il corniolo, l’elegante arbusto dalle bacche succose? 

Il Comune, istituito nel 1813 durante l’occupazione napoleonica, raccoglie ben 21 frazioni, ciascuno con una storia da raccontare. Quella di Senarica, per esempio, che con la sua Repubblica ante litteram, cammina sul filo della leggenda: secondo la tradizione, infatti, quando quasi tutto il comprensorio della montagna di Roseto finì nelle mani degli Acquaviva – una delle famiglie più potenti del Regno di Napoli – la comunità di Senarica, feudo di diritto longobardo, sfuggì ai potentati (insieme a Poggio Umbricchio) grazie al privilegio dell’autogoverno, che la Regina Giovanna I le concesse per ringraziarla del coraggio dimostrato nel respingere l’esercito dei Visconti. 
I suoi antichi fasti li potete ammirare in alcuni edifici con portali istoriati, arricchiti da simboli araldici, tutti in pietra arenaria grigia, tipica dei Monti della Laga.

Percorrete fino a Piano Vomano, altra frazione di Crognaleto, la strada millenaria detta “La Tornara” dove potete vedere siti archeologici di straordinaria importanza, come Colle del Vento e Colle Santa Lucia, che conservano i resti di un villaggio neolitico di oltre quattromila anni fa, con fondi di capanne, ceramiche dipinte e incise, strumenti in pietra.
Sul prolungamento del sito si eleva uno sperone naturale che guarda la Valle del Vomano, su cui scorgete i resti di un tempio romano e i ruderi di mura megalitiche realizzate con grandi blocchi di arenaria. La muraglia meglio conservata, quella esposta ad ovest, si estende per ventidue metri ed è alta quattro metri.

Poco fuori l’abitato di Crognaleto, ammirate la chiesa della Madonna della Tibia, eretta su uno sperone roccioso nel XVII secolo. Secondo la leggenda fu costruita come ex voto da un viandante che, scivolato accidentalmente in un burrone, si stupì di essersi rotto solo una tibia; a Cesacastina, invece, è la chiesa dei SS Pietro e Paolo, a oltre 1000 metri di altitudine, che conserva altari barocchi di legno dipinto e dorato e, tra gli arredi, un calice d’argento del 1426, opera di Bartolomeo da Teramo, e una croce processionale risalente forse alla fine del Trecento.

Sempre nella frazione, lungo il fosso dell’Acero, potete immergervi nella Valle delle Cento fonti, con una splendida vista sul Gran Sasso d’Italia, mentre a Tottea potete ammirare le opere in pietra che arricchiscono l’arredo urbano. Sono i piccoli e grandi capolavori degli artisti, che ogni anno partecipano a un concorso ideato per ricordare l’antico artigianato locale della lavorazione della pietra arenaria su cui sorge il borgo. 
A tavola, ricordate di essere nel regno della carne, soprattutto di maiale. Tra le tipicità della zona, non perdete la Ventricina teramana, un insaccato costituito da grasso suino mescolato con una bassa percentuale di spalla o altra carne magra, tritati e conditi con spezie e peperoncino dolce e insaccati nello stomaco o nella vescica dell’animale. Dopo la maturazione, preferibilmente con leggera affumicatura, e la stagionatura, si mangia spalmato sul pane. 
Altra specialità locale è il marrone della Laga dal sapore dolce e intenso, celebrato con tutti i crismi a Senarica con la sagra annuale dedicato a “Lu Nzite”.

Cos’altro vedere:

  • La chiesa di San Giovanni Battista a Frattoli
  • La chiesa di Santa Maria Apparens ad Alvi
  • La chiesa di San Silvestro a Macchia Vomano
  • La Chiesa di Santa Maria Laurentana a Poggio Umbricchio
  • La chiesa dei patroni S. Proto e Giacinto a Senarica
  • Palazzo Forcina-Nardi – a Cervaro
  • I resti di un ponte romano a Paladin
  • I resti di antichi mulini nella valle del torrente Zincano