Beni Culturali e Ambientali

Eremo celestiniano San Bartolomeo in Legio

By 30 Novembre 2023No Comments

L’eremo  di San Bartolomeo fu edificato nel  1250 ca. su costruzione preesistente da papa Celestino V. Presenta una colorazione del tutto omogenea alle rocce che le incastonano. La chiesa e due piccoli vani destinati agli eremiti si ergono sulla balconata rocciosa cui si accede tramite quattro scalinate: una a nord, composta da 30 gradini irregolari ricavati direttamente nella roccia, una a sud, ricavata sempre nella roccia, ma più lunga ed irregolare, ed infine due al centro della balconata, una delle quali svolgeva funzioni di Scala Santa.  La chiesa presenta in facciata tracce di un affresco raffigurante, nella parte bassa, un ostensorio e, nella parte alta, due riquadri con Cristo e una Madonna con Bambino. L’interno è illuminato da una porta-finestra. Lungo la parete sinistra vi è una piccola sorgente d’acqua, che, tramite un canaletto, scorre fuori della chiesa perdendosi nella roccia. Tale acqua, ritenuta santa, una volta mescolata con l’acqua della sorgente sottostante l’eremo viene raccolta nell’acquasantiera.  Sorto come dipendenza della  vicina Badia di Santo Spirito.  fu edificato, dopo il 1250, dall’eremita Pietro Angelerio dal Morrone, futuro papa con il nome di Celestino V, sulle rovine di una precedente costruzione.  Il Santo vi si stabilì insieme ad alcune seguaci intorno al 1274 e vi rimase per almeno due anni. La tradizione infatti narra che il frate, dopo essersi recato a Lione per far riconoscere la regola all’Ordine dei Celestini da lui fondato, durante la strada del ritorno si sia fermato proprio nell’eremo di San Bartolomeo.  L’eremo è dedicato a San Bartolomeo. Nella nicchia dell’altare è collocata una statua di S. Bartolomeo raffigurato con la propria pelle portata a spalla ed un coltello; il Santo infatti subì il martirio con lo scorticamento. Durante le processioni la statua, leggera e di piccole dimensioni, viene amorevolmente portata in braccio dai fedeli, come se fosse un bambino. Durante la processione del 25 Agosto in onore di San Bartolomeo, una gran folla di pellegrini, dopo aver assistito alla messa celebrata all’alba nell’eremo, si reca presso il torrente Capo la Vena nelle cui acque tutti si bagnano secondo un rituale molto antico. La  sorgente è  chiamata Fonte Catenacce, per l’incisione simile ad un catenaccio di porta.  Una colazione consumata lungo le sponde del fiume anticipa la processione che scorta l’effigie del Santo nella chiesa del paese, dove la statua rimane esposta al culto fino al 9 settembre, giorno in cui un’analoga processione la riporterà al suo posto nell’eremo. Il sentiero è percorribile con bambini. Non presenta difficoltà fino al limite del vallone. La discesa per arrivare all’eremo può presentare qualche tratto scivoloso che richiede un po’ di attenzione, così come i gradini e le scale che portano al torrente. Sempre aperto.