Beni Culturali e Ambientali

Eremo di San Venanzio

By 30 Novembre 2023No Comments

L’ eremo di San Venanzio sorge all’interno della Riserva Naturale Regionale Gole di San Venanzio in una splendida posizione in quanto è collocato tra le pareti delle Gole ed è interamente circondato di vegetazione, mentre affacciandosi dall’edificio si può vedere il fiume Aterno che scorre nella porzione sottostante.

All’interno, oltre all’altare maggiore, troviamo due altari laterali dedicati a San Pietro Celestino e a San Giovanni Battista. Ai lati dell’altare maggiore due porticine conducono una alla loggia, l’altra ad un ambiente adibito a sagrestia, dove ancora oggi si conservano tracce di affreschi quattrocenteschi. Posto davanti all’altare maggiore, protetto da una balaustra, c’è l’accesso alla Scala Santa, la quale, completamente scavata nella roccia, conduce ad una piccola grotta identificabile con la parte più antica della struttura, dove i fedeli vedono nelle forme della roccia l’impronta del corpo di San Venanzio.

Il luogo è conosciuto come la “crocetta”, e consiste in una piccola cavità dove, secondo la tradizione, il Santo si raccoglieva in preghiera. Nel XVI secolo vennero costruiti i due piani del loggiato per offrire ai fedeli un percorso più sicuro per raggiungere la grotta del Santo. Il loggiato superiore, posto allo stesso livello della chiesa, presenta ampi finestroni sul lato orientale ed è collegato, tramite pochi gradini, al loggiato inferiore. Quest’ultimo, a sua volta, si sviluppa su tre diversi livelli. Alla quota più bassa troviamo un piccolo ambiente semicircolare, identificato come la grotta del Santo, con al centro la Scala Santa. A sinistra dell’ingresso è posto una specie di sedile, noto come “sedile di papa Celestino o di Santa Rina”, sul quale sono visibili tracce di un affresco. Dal loggiato superiore è possibile raggiungere la sponda opposta del fiume proseguendo rasenti la roccia. Un piccolo sentiero conduce ad alcune cavità che si aprono a pochi metri sopra il livello dell’acqua.

Non si hanno notizie certe sulla sua costruzione, ma di certo il suo nome compare già in bolle papali quali quella di Adriano IV del 1156, o quella di Lucio III del 1183. Alcuni studiosi avevano addirittura ipotizzato che l’eremo fosse stato costruito intorno al XII secolo, ma il fatto che manchino dei resti medioevali ed un’analisi più approfondita lasciano supporre che invece sia nato nel ‘400 o poco più tardi. La chiesa, meta di frequenti pellegrinaggi, è dedicata al giovane Venanzio che si convertì al cristianesimo intorno alla metà del 200, e decise di ritirarsi in queste remote lande con il maestro Porfirio. Nel 259 egli venne arrestato e martirizzato nella sua città natale, Camerino. Il culto, ancora vivo nella nostra regione, si lega all’antica tradizione che vuole riconoscere in alcuni segni impressi nella roccia le impronte del Santo.

Nel corso del 1600 l’eremo è stato sottoposto a numerosi restauri ed agli inizi del ‘900 venne visitato da Benedetto Croce che lasciò alcuni appunti sulla sua escursione. La chiesa dell’eremo era colma di tavolette ex-voto, oggi purtroppo scomparse, alcune delle quali risalivano ai primi del ‘600. Nel corso dei secoli numerosi monaci si sono succeduti nella cura dell’eremo.

Lungo la strada che conduce al santuario tre edicole racchiudono le impronte lasciate, secondo la tradizione, dal Santo: gomito, testa e piede. L’ultima è sicuramente la più nota. Una leggenda racconta che il Santo, pregato affinché placasse dei tumulti scoppiati nella vicina Corfinio, disse che riteneva tanto probabile di riuscire in tale impresa quanto di poter imprimere l’orma del suo piede sulla roccia.

La festa di San Venanzio si celebra il 18 maggio. La Scala Santa viene percorsa dai pellegrini. Nelle edicole ritenute miracolose, i fedeli inserivano gomito e testa per prevenire dolori reumatici e cefalee. Nell’edicola con l’impronta del piede si lasciavano dei sassolini, che venivano ritirati di ritorno dal Santuario e usati contro il malocchio. Questa forma di litoterapia è ancora oggi praticata: i devoti si distendono sulla roccia che reca l’impronta del Santo per curare i dolori artritici. Il “sedile di papa Celestino o di Santa Rina” è usato per guarire i dolori renali e anche l’acqua del fiume Aterno viene usata a scopo terapeutico. Sopravvive anche la consuetudine di raccogliere il grano di San Venanzio, una specie di spiga spontanea, che i pellegrini trovano intorno all’eremo e conservano in casa per molti mesi.

A pochi passi dal centro storico di Raiano (Aq), l’eremo e la riserva sono accessibili e fruibili anche a coloro che non dispongono della possibilità fisica di poterle visitare. Sono stati predisposti una serie di strumenti di facilitazione di percorribilità dei sentieri, fruibili ai portatori delle diverse disabilità, che consentono di visitare i punti di maggiore interesse della riserva attraverso i tre assi principali, quali la “Pozzolana”, l’ “Eremo” e la “Solfa”. La Riserva è dotata di 2 aree picnic, una situata a ridosso dell’Eremo di San Venanzio, una nei pressi delle sorgenti “La Solfa”. Le aree sono attrezzate con tavoli, punti fuoco e acqua. E’ disponibile la cartellonistica di servizio, le brochure, le mappe anche in linguaggio Braille con indicazioni dei percorsi di accessibilità.