Beni Culturali e Ambientali

Eremo di Sant’ Egidio

By 30 Novembre 2023No Comments

In posizione dominante tra il lago ed il paese di Scanno, si trova l’eremo dedicato a Sant’Egidio, proprio sulla cima dell’omonimo colle.

L’edificio, in stile romanico rurale, ha una facciata quadrangolare con un piccolo vano per la campana ricavato in un angolo in alto. L’ingresso è sormontato da una finestrina circolare. L’architrave della porta reca  un’iscrizione del 1675, anno in cui il paese invocò l’aiuto del Santo per superare la peste. Un’altra iscrizione, all’interno di uno stemma posto sopra l’ingresso, contiene la data e i nomi dei tre cittadini scannesi che promossero l’intervento di restauro del 1780. L’interno della chiesa ad unica navata custodisce un semplice altare con nicchie laterali contornate da cornici e, vicino l’ingresso, due acquasantiere raffiguranti mascheroni con volti di animali fantastici. Sull’altare è posto l’affresco del Santo, che mostra evidenti i segni del tempo. Il pavimento è realizzato in semplici mattoni. Due porte sul lato destro conducono una alla sagrestia e l’altra alla zona abitativa. Quest’ultima è costituita da un ambiente a piano terra e da due stanze al piano superiore, che dovevano essere l’abitazione eremitica.

Non si conosce la data di erezione della chiesa, l’unica notizia certa dell’esistenza dell’eremo risale al 1612. L’eremo ha ospitato numerosi eremiti laici, tra cui si ricordano Giuseppe Scialle, Criscianze e suo padre. L’ultimo eremita di cui abbiamo notizia è un certo Bruccine, che i paesani ricordano morì negli anni ’40 del XX secolo. Da un carme sacro in onore di San Egidio, scritto alla fine del ‘700, si deduce che la chiesa era affrescata con i Misteri della Passione e della Redenzione. Fino a qualche decennio fa, di fronte all’ingresso della chiesa era collocata una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Il primo settembre di ogni anno ricorre la festa del santo. Di primo mattino i fedeli affollano la chiesuola e il breve pianoro antistante. Vi si celebra la messa. Appena finito il rito è usanza che i giovani si contendano un gallo che sicuramente qualcuno ha provveduto a portare, per devozione, sul colle di Sant’Egidio. La contesa consiste nel prendere di mira con pietre che vengono scagliate a colpire un bersaglio posto sulla sporgenza d’una roccia, sul lato destro all’esterno della chiesa. Vince la contesa colui che per primo centra in pieno lo scopo.

Il percorso è di tipo escursionistico e non presenta particolari difficoltà.