Descrizione: Sulla cima di un colle, ai piedi della vetta del Monte Infornace, c’è la chiesa romitorio di Santa Colomba a 1234 metri s.l.m.
La cappella è sormontata da un campanile a vela e ha tre piccole finestre, due delle quali guardano a valle. L’interno è di forma trapezoidale con volta a botte, quattro nicchie per ogni lato ed una sul fondo. La zona presbiteriale è rialzata da due gradini. La successione delle nicchie crea un movimento gradevole reso ancora più evidente dai colori usati per la decorazione dell’ambiente: giallo per le nicchie, verde tenue per le pareti e celeste per la volta. In un’ edicola lignea, vi è la statua di Santa Colomba e, a sinistra dell’altare, si trova una piccola apertura quadrangolare, ove un tempo erano custodite le reliquie della Santa. Sull’altare è posto un affresco, di semplice esecuzione ma nel complesso molto piacevole, raffigurante la Madonna con Bambino e ai lati Santa Colomba e San Berardo. Gli stessi personaggi sono rappresentati nella tela posta a destra dell’ingresso. Nel 1753 il dossale dell’altare era decorato da quindici mattonelle di maiolica, raffiguranti i medesimi personaggi, opera di Andrea Pompei di Castelli. Le mattonelle vennero rimosse nel corso del secolo successivo e collocate inizialmente nel municipio di Isola del Gran Sasso e poi nella chiesa di San Massimo, dove ancora oggi si possono ammirare. Sull’altare, costruito in luogo del giaciglio della santa, si trova la statua a lei dedicata ed è ancora visibile l’apertura che ne custodiva le reliquie fino al 1596, quando furono traslate nella Chiesa di Santa Lucia ad Isola del Gran Sasso.
Storia e leggende: la chiesa è stata edificata nel corso del XVII secolo su una piccola e panoramica radura. Santa Colomba, giovanissima, abbandonò gli agi familiari per l’ascesi e salì sul Gran Sasso, per dimorare nel silenzio. Lungo il sentiero che giunge al romitorio si incontra un grosso macigno, sul quale, secondo la tradizione locale, la Santa impresse la forma della propria mano. Un’altra testimonianza lasciata dalla Santa sarebbe “il pettine di Santa Colomba”, individuabile in un’impronta impressa su una roccia piatta su cui vagamente si possono ravvisare delle righe parallele. Secondo la leggenda Colomba e Berardo, figli dei conti di Pagliara, decisero di abbandonare gli agi della propria casa per condurre una vita di solitudine e di penitenza. Per ristorare il fratello Berardo, Vescovo e Patrono della città di Teramo, che sfinito e dubbioso sulla proposta di accettare la carica di vescovo, era giunto all’eremo fece fruttificare un ciliegio coperto di neve. Santa Colomba è definita da molti “patriarca dell’alpinismo abruzzese” e dell'”alpinismo ascetico“, raro esempio di eremitismo femminile.
Riti ed eventi: Santa Colomba, contessa di Pagliara ed eremita di Pretara (TE) verosimilmente nacque nel 1100 e morì nel 1116. Ogni anno, il 1 settembre, giorno della sua morte, i devoti si recano in processione fino all’eremo recando fiori con cui ornano la statua. Il pellegrinaggio è accompagnato dal suono di una piccola formazione musicale detta “Li Tamurre”, la cui origine risalirebbe al XV secolo. I devoti pregano dinanzi alla roccia dove è impresso il pettine della Santa e poggiano la testa nel foro sotto l’altare che guarisce da molti mali e e si fermano a riposare nel luogo in cui si ritiene fosse radicato il miracoloso ciliegio che la Santa aveva fatto fiorire in pieno inverno per offrirne i frutti al fratello Berardo.
Nei ditorni: Eremo di Fratta Grande di Pretara, Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, San Giovanni Ad Insulam.
Come arrivare: A24 RM-TE uscita S. Gabriele-Colledara/ proseguire in direzione Strada Provinciale del Convento/ Isola del Gran Sasso d’Italia/ Pretara da Napoli: A1 NA-RM uscita Cassino/ proseguire in direzione Sora/ Avezzano/ A25 direzione L’Aquila-Teramo/ A24 uscita S. Gabriele-Colledara/ proseguire in direzione Strada Provinciale del Convento/ Isola del Gran Sasso d’Italia/ Pretara. Si prosegue per la frazione di Pretara e dopo circa tre chilometri dopo un grande tornante si imbocca una strada che salendo verso destra conduce fino a Piano del Fiume (850 mt) dove si può parcheggiare l’auto. Dopo 50 metri di sterrata si prende a sinistra il sentiero boschivo dei Quattro Vadi fino a Fosso Malepasso e quindi il sentiero per l’eremo.
Accessibilità: Il percorso è di tipo escursionistico. La discesa dal Cimone è abbastanza ripida: da evitare con nebbia o con erba bagnata.
Informazioni: Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga
L.T. 18-06-2020
foto di Maurizio Antonelli, www.maury.it