l’eremo di Santa Maria della Ritornata è incastonato nella roccia, a 1136 m.s.l.m, tra le pareti rocciose che formano il vallone di Santa Maria.
L’odierno complesso si sviluppa per oltre trenta metri. Una semplice scalinata conduce all’ingresso del Santuario, la cui lunetta è decorata con un affresco risalente al 1200 e raffigurante la Madonna. Uno stretto ingresso separa la zona cultuale da quella abitativa. A destra si entra nella piccola chiesa le cui pareti laterali sono completamente intonacate, anche se recenti restauri hanno individuato, sotto lo strato di malta, resti di affreschi bizantini con l’immagine del Cristo benedicente tra gli Apostoli e nella parte inferiore l’immagine degli undici Apostoli. Di fronte alla chiesa è posta la zona abitativa; essa è formata da due stanze nelle quali si conservano ancora un caminetto e una fornacella, e da un piccolo ambiente ricavato nella roccia che anticamente fungeva da torre campanaria. Pochi gradini conducono al piano superiore in cui, lungo uno stretto corridoio, si dislocano tre piccole stanze. Di lato alla scalinata d’ingresso si apre una bassa porticina, che introduce a sua volta in uno stretto e lungo corridoio sottostante la chiesa, coperto da una volta a botte. Sull’intonaco sono presenti grandi stelle ad otto punte dipinte di colore rosso. Sicuramente questo vano doveva costituire il nucleo originario del complesso.
L’eremo è stato menzionato per la prima volta nella bolla di Papa Lucio III del 1183 con l’intitolazione di “Santa Maria de Tornara”. Il nome del santuario è legato all’icona della Madonna della Ritornata, immagine lignea quattrocentesca (1421) conservata nella chiesa del paese. La tradizione riferisce inizialmente della traslazione della sacra icona e in secondo momento, della sua miracolosa ricomparsa. Il motivo del “ritorno” dell’immagine sacra è molto comune nella leggenda di fondazione dei santuari e molte volte ne giustificano la costruzione stessa. Ma questo caso è diverso: non si tratta di una leggenda di fondazione, visto che l’eremo è già presente nella narrazione; quindi tale leggenda giustificherebbe solo il suo trasferimento nella chiesa parrocchiale del paese e la nascita del culto. La leggenda nel corso dei secoli ha subito numerose variazioni. Essa racconta che sulla via del ritorno la Madonna si sedette per riposare su una pietra, nota ai fedeli come “petruzza santa”, e avrebbe così lasciato l’impronta del suo divino corpo.
La Madonna della Ritornata si festeggia il sabato successivo all’Assunta quando numerosi pellegrini si recano all’eremo per trascorrere una giornata tra canti e preghiere. Alla sera, al ritorno dal Santuario, i fedeli incontrano sulla strada l’icona sacra della Madonna. Questo momento rappresenta il culmine delle celebrazioni con la suggestiva fiaccolata che si snoda sulle pendici della montagna. In passato la Madonna della Ritornata veniva festeggiata il martedì dopo Pasqua e il giorno della Pentecoste.
Nei dintorn da visitare Civita D’Antino e la Casa dei Pittori Danesi, luogo simbolo della scuola di Zahrtmann, le Cascate di Zompo Lo Schioppo.
Da Civita d’Antino (904 m s.m.) si raggiunge l’ Eremo S. Maria della Ritornata (1150 m s.m. Ca.) con un dislivello di 246 metri in circa 3 ore (andata e ritorno). Oltrepassato il Vallone di Fonte Murata,ci si inoltra nel bosco e dopo il aver oltrepassato il Vallone di S. Elmo si raggiunge camminando per circa mezzo chilometro l’Eremo. Il percorso è facile di tipo escursionistico-turistico.