È un viaggio alla ricerca di un tempo antico, agreste, quello che sperimentate percorrendo la valle dell’Aterno: un territorio esteso sotto i contrafforti arenacei dei Monti della Laga, con il fiume che con il suo corso lo incide profondamente, creando un fondovalle stretto e articolato.
Maree di boschi, in particolare faggete e cerrete, si schiudono al vostro sguardo ammaliato, fra coltivi e pascoli, prati da sfalcio e orti, abbracciati da piccole valli.
Siete in provincia dell’Aquila in un lembo che ricorda l’Arcadia, la regione greca favoleggiata dai poeti bucolici, lungo la strada che vi conduce nello splendore del Parco regionale del Sirente Velino e a Fagnano Alto.
Il borgo è un’unica comunità fatta di minuscoli nuclei sparsi sui declivi terrazzati fino alla sommità della vallata. Un’organizzazione territoriale che deriva dalla sua storia, ai tempi in cui era probabilmente un “pagus” vestino con i suoi diversi aggregati di case e di terreni, e di cui si hanno informazioni sin dal XII secolo.
Preparatevi dunque a raggiungere le varie realtà, saltando da una parte all’altra della valle.
A Corbellino, adagiato su un pianoro vicino a Vallecupa, sede del municipio, individuate i ruderi di una chiesa e di un convento dedicato a San Sebastiano, dei secoli XVI e XVI; a Opi e a Campana, in posizione elevata, ammirate rispettivamente la chiesa benedettina di San Massimo e quella di San Giovanni, oltre a un mulino nei pressi dell’Aterno, mentre a Castello è la volta di consistenti ruderi del borgo fortificato con la torre, la porta d’accesso munita di ponte levatoio e porte secondarie, oltre che le vestigia della chiesa di Santa Maria, del XVI secolo: l’epoca in cui un’epigrafe testimonia che la comunità di Fagnano era formata da 10 villaggi ed era feudo degli Alessandri.
A Ripa, scovate i monumenti religiosi dedicati a Sant’Antonio, a San Vittorino e a San Rocco in cui, se siete fortunati a trovare agibile la chiesa, potete ammirare una croce processionale di rame dorato di scuola sulmonese, del secolo XIV, tra le più interessanti della regione, quindi a Pedicciano, oltre alla chiesina di Santa Lucia, trovate strutture rurali di terrazzamenti con pietre a secco, nei pressi dell’abitato.
Se poi volete fare una bella sgambata, imboccate la strada che porta alle Pagliare di Fagnano fino all’antica Via Poplica Campana, da cui si espande un reticolo di vie e di mulattiere, ottime da percorrere a piedi ed a cavallo. Qui potete “cogliere” in vari punti la tipica pavimentazione romana o i muri a secco che la cingono da duemila anni e, nel mezzo del costone della montagna che sovrasta Campana, un’antica cisterna romana.
Storie di civiltà e di comunità agricole, che per millenni con le proprie vite hanno reso fertile la campagna, ciascuno con i propri credo, i propri santi, le proprie tradizioni, in un unico gigantesco puzzle di umanità, che continua ad affascinare.
Quel chilometro zero pastorale e rurale della terra di Fagnano Alto, lo ritrovate a tavola con i buoni prodotti della terra, come il tartufo, lo zafferano, i legumi, le salsicce locali, le carni di agnello.