È piccolo, direte voi, ma nel suo essere così minuto Filetto, in provincia di Chieti, nasconde una grande storia e tanti monumenti di pregio, che ancora la raccontano.
Eccolo di fronte a voi apparire su una collina, a circa 400 metri d’altezza, immerso nel verde di colture e boschi secolari. Fanno da sfondo al paesaggio l’imponente massiccio della Maiella, che potete osservare dal Belvedere innalzato sull’antico nucleo del paese, la “Civitella”, e il mare che fa capolino sulla fitta vegetazione sovrastante la vallata della Venna.
Sia la montagna che il mare sono da qui raggiungibili con una mezz’ora di auto.
Trovate il tutto accogliente e tranquillo, come illuminato da un’aura positiva, quella stessa che percepirono i Romani quando raggiunsero il territorio insediandosi con le loro strutture. Lo dimostra la costruzione ancora esistente sul Colle dei Saraceni: realizzata secondo la tecnica edilizia dell’epoca, l’opus reticulatum, è posta su una rupe alta e scoscesa, che dall’alto domina la lussureggiante vallata del torrente Dendalo.
Furono i Bizantini, durante la loro penetrazione sulle coste dell’Adriatico, a fortificare il borgo il cui nome potrebbe derivare da un termine con cui essi erano soliti indicare le fortificazioni poste a sbarramento di punti strategici.
Visitate all’inizio del paese il Santuario di Maria Santissima della Libera, sotto la cui struttura esisteva una cappella dedicata alla Madonna, di cui si hanno tracce certe fin dal XIV secolo. Quello che vedete è il monumento sacro costruito nel 1860, con la facciata impreziosita da un pannello in maiolica dipinta, opera dell’artista Fedele Cappelletti, e con l’interno a tre navate, decorato con pitture in oro zecchino nella parte dell’abside.
Non perdete la visita alla chiesa rupestre di Santa Maria del Soccorso, che si trova sulla strada che porta a Canosa Sannita. Nella campagna, tra le altre costruzioni, il monumento con il piccolo campanile a vela si irradia di luce per la pietra color arancio con cui fu costruita nel XII secolo e successivamente ampliata.
Secondo la leggenda, sarebbe stata visitata da cavalieri Templari durante il loro passaggio in Abruzzo. Una tradizione supportata da alcune incisioni che potete vedere sulle sue mura, raffiguranti simboli e immagini esoterici come il pesce, il pane e i sandali, presenti anche in altre chiese della provincia di Pescara.
Dopo i Templari è tempo di cibo e di prodotti a chilometro zero, tipici della provincia di Chieti: i maccheroni alla chitarra, conditi con ragù misto di carne di manzo, maiale o agnello; le rape “strascinate” (prima ammollate in acqua fredda poi bollite con l’aglio rosolato e ripassate in padella con olio e peperoncino a volontà), i fiadoni, tra le ricette più annotate e preparate dalle famiglie del territorio. Sono rustici a forma di ravioli preparati con un impasto di uova, olio, vino bianco e farina, e un ripieno a base di vari formaggi, principalmente quelli a pasta dura come rigatino e pecorino, uova e spezie diverse.
Siete pronti ora ad assaggiare il prodotto tipico di Filetto? È il peperoncino piccante a cui il paese dedica una grande festa in agosto.
Non potete mancare.