Siete appassionati di kayak o di canoa e non vedete l’ora di provare acque fredde e rapide?
Dovete allora conoscere il fiume Vomano con il suo corso “salterino” lungo circa 76 chilometri, quasi interamente compreso nella provincia di Teramo, tranne un breve tratto nell’Aquilano in cui ha origine: una “nursery” in prossimità del Passo delle Capannelle, sulle pendici del Monte San Franco, a circa 1200 metri d’altezza.
Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Il fiume scorre con andamento impetuoso in una valle di grande fascino, che cerca di imbrigliarlo con il consenso delle cime tra le più alte dell’Appennino, ma lui s’impenna e fugge liquido grazie a forti pendenze e rapide veloci, che rappresentano proprio nel suo tratto più alto una sfida emozionante per voi, esperti nella disciplina in cui una pagaiata in più o in meno fanno la differenza.
Lungo l’habitat del suo tratto medio, trovate la riserva, il Parco territoriale attrezzato, che si apre in una delle principali vie d’accesso al Parco, dove il fiume scorre tra le pareti di roccia arenaria, modellate dall’azione erosiva delle acque.
Un luogo ancestrale, dove l’unica voce è il suo gorgoglio, che s’insinua nella caratteristica vegetazione degli ambienti fluviali del Teramano, pioppo bianco, pioppo nero, salice rosso, carpino bianco, acero e nocciolo.
Per voi, che preferite camminare anziché pagaiare, sono a disposizione due percorsi pedonali attrezzati, dove poter ammirare il fiume: il primo si trova nei pressi del centro storico di Montorio al Vomano, mentre il secondo prende avvio a circa un chilometro dal centro abitato e segue il tracciato dell’antica Via Cecilia.
L’impetuosità del Vomano si perde man mano l’Adriatico si avvicina, assorbendolo nel circondario di Roseto degli Abruzzi, sempre in provincia di Teramo.