Le prima cose che notate visitando Fraine, in provincia di Chieti, sono le pietre con cui sono lastricate case e stradine. Eleganti, brillanti, resistenti.
Siete infatti nel paese delle antiche cave da cui si estraevano i sassi, adatti a realizzare pavimenti, caminetti e gradinate. Un’attività ultracentenaria a cui è legato il suo nome, che significa appunto rompere, infrangere (dal latino frangere).
Vi trovate nell’entroterra Vastese, su un colle a 750 metri di altitudine, dove, a causa dei continui attacchi dei briganti, si trasferì la popolazione di Frainelle. Qui nel XII secolo fu costruito un insediamento difensivo con un torrione d’avvistamento, intorno al quale i locali occuparono le terre, costruirono le abitazioni gestendo la principale via di commercio della zona, il transito legato ai tratturi.
Visitate nella parte più alta del centro storico la chiesa di San Silvestro Papa, edificata precedentemente al 1568, con la sua massiccia ed essenziale struttura in pietra, che comprende una torre campanaria suddivisa in quattro ordini da cornici. All’interno, decorato con stucchi realizzati nel XVIII secolo, potete ammirare sopra la porta d’ingresso un pregevole organo realizzato nel 1892 da Pasquale D’Onofrio, (come testimoniato da un’iscrizione dietro il listello della tastiera).
Nei pressi, è Palazzo Tilli, l’espressione più rappresentativa di dimora gentilizia che si conservi a Fraine, composto da un atrio selciato al piano terra e dalla zona residenziale al piano superiore.
Spostatevi ora per circa due chilometri e raggiungete il Bosco delle Vicenne, regno di narrazioni, leggende e apparizioni sacre, tramandate dai pastori e dove è stato rinvenuto materiale archeologico che prova l’antica frequentazione dell’area.
Immergetevi nell’imperiosa natura circostante per un bel bagno terapeutico, quello che i giapponesi chiamano Shinrin-yoku ed esplorate la foresta attraverso i suoi sentieri battuti o i percorsi di trekking, con ampie e attrezzate aree pic-nic, possibilità di ristoro e servizio di accoglienza con foresteria per piccoli gruppi.
Sotto le fronde di roverelle, ornelli, carpini neri e bianchi, aceri e cerri, trovate il Santuario campestre di Santa Maria di Mater Domini, di fondazione benedettina, eretto nel 1056, sul sito di una preesistente chiesetta.
Dopo una serie di rimaneggiamenti, l’edificio è tornato al suo aspetto originario con il tetto ligneo a capriate, le pareti, il pavimento e l’altare in pietra.
Accanto, è stato eretto un piccolo monastero benedettino con due campanili a vela e una scalinata laterale.
Non lontano dal monumento religioso, ne trovate un altro, immerso nello stesso clima di pace e armonia: è la chiesa di San Domenico, costruita in pietra appena prima del 1840, con un’unica navata e un piccolo campanile a vela.
La contemplazione della natura continua con un odoroso piatto di minestra di verdure e patate con pane tostato, e quindi con le Sse’, biscotti tipici impastati con l’anice.
Non esiste cucina più semplice e sostenibile di così.