Sulle prime colline frentane, fra una trama di vigneti e di uliveti, trovate un delizioso borghetto, non distante da Lanciano, in provincia di Chieti. Benvenuti a Frisa, piccola capitale d’arte ricca di chiese e di palazzi storici.
Non è certa la sua nascita, ma il territorio fu di sicuro abitato in epoca romana, di cui sono affiorati resti di una cinta muraria in contrada Piano di Maggio.
Si parla per la prima volta del borgo in una fonte dell’XI secolo, ai tempi in cui era soggetto ai conti di Chieti; in seguito, si trovò sotto la giurisdizione di Lanciano e quindi di una serie di famiglie nobiliari, i Caldora, i Cotugno, i Caccianini, i quali lo tennero fino all’abolizione della feudalità. 

Non potete fare a meno di soffermarvi sul palazzo baronale di quest’ultima famiglia dal sangue blu, a cui è accorpata una torre trecentesca in pietre miste a mattoni su cui si aprono alcune finestre.
L’antico edificio di cui non si conosce l’epoca di costruzione, è stato acquisto dal Comune ed è sede di una Pinacoteca dove potete ammirare, oltre alle opere di artisti moderni, una bella rassegna dedicata all’arte sacra frisana, con la riproduzione di quadri custoditi nelle chiese del territorio comunale. 

Visitate anche il seicentesco Santuario della Madonna del Popolo, costruito tra il 1666 e il 1669, in conseguenza dell’apparizione della Madonna a una popolana frisana. Sull’altare barocco era conservata una tela del Cinquecento raffigurante la Vergine, trafugata nel 1980 e sostituita da un dipinto che l’artista Pietro Annigoni nel 1982 donò alla parrocchia.
Scenografica è l’antica fonte pubblica, di origine cinquecentesca, con due interessanti maschere scultoree per gli zampilli dell’acqua, di origine sorgiva. 

Per voi camminatori è a “disposizione” il Cammino di San Tommaso, un percorso di arte e spiritualità fra tutte e quattro le province abruzzesi e parte integrante della rete dei Cammini della Fede d’Europa – che passa per il comune di Frisa nell’ultima tappa da Lanciano a Ortona (di 26 km), a circa 1 chilometro dal Santuario.

Siete pronti ora a gustare le pietanze tipiche della provincia di Chieti?
Davanti a voi appaiono i maccheroni alla chitarra, ambasciatori d’Abruzzo, rigorosamente conditi con ragù misto di carne di manzo, maiale o agnello; fate posto anche alle cosiddette rape strascinate, prima ammollate in acqua fredda; quindi, bollite con l’aglio rosolato e ripassate in padella con olio e peperoncino a volontà, e ai fiadoni, tra le ricette più annotate e preparate dalle famiglie della provincia. Si tratta di rustici a forma di ravioli preparati con un impasto di uova, olio, vino bianco e farina, con un ripieno a base di vari formaggi, principalmente quelli a pasta dura come rigatino e pecorino, uova e spezie diverse.

Cos’altro vedere:

  • La chiesa parrocchiale di San Filippo Neri a Guastameroli
  • La chiesa parrocchiale di Santa Lucia
  • Le vestigia di una antica chiesa in contrada Badia
  • Il convento abbandonato detto “il Casone” a Guastameroli