Beni Culturali e Ambientali

Grotte di Beatrice Cenci

By 30 Novembre 2023No Comments

La grotta si apre a 1039 m s.l.m. nel territorio montano di Petrella Liri dove a1108 m s.l.m. si trovano le sorgenti del fiume Liri.
Prende il nome da Beatrice Cenci, nobildonna romana segregata alla fine del XVI secolo nella località di Petrella Salto, di sovente confusa dagli storici locali con Petrella Liri, luogo dove ha inizio l’itinerariostorico-naturalistico e turistico.
La grotta di Beatrice Cenci, già nota da tempi remoti, fu esplorata e descritta, nel 1892 dall’architetto e storico romano Carlo Ignazio Gavini che insiemeall’escursionista Giovanni Voltan esplorò per primo la cavità carsica. La primaescursione fu organizzata l’11 maggio 1905 da Guido Cora fondatore l’annoprima del Circolo Speleologico Romano. All’imbocco e all’interno della cavità, inun settore di circa 300 metri quadrati, sono stati effettuati dei ritrovamenti diframmenti di epoca italica e romana, di elementi ceramici appartenenti alNeolitico e di altri reperti zooarcheologici risalenti all’età del bronzo.
Il complesso speleologico è collegato alla grotta dell’Ovìdo di Verrecchie, al vicino ovito di Petrella Liri e l’inghiottitoio dell’Imele dove il fiume omonimo s’inabissa per poi riemergere nei pressi di Tagliacozzo alla risorgenza di Capodacqua. Mentre le acque che si gettano nell’inghiottitoio di Petrella Liri, dopo un percorso sotterraneo finiscono la loro corsa presso la risorgenza della Vommeta.
La valorizzazione a fini turistici e, al contempo, la tutela ambientale del complesso carsico ha avuto inizio nella seconda metà degli anni Settanta.
L’ingresso della grotta si raggiunge dopo un breve percorso leggermente in salita. A prima vista l’ingresso non fa pensare a quello che la grotta nasconde. La passerella inizia con una breve scala in discesa che introduce nel primo tratto di grotta, dove delle concrezioni accolgono il turista, guidandolo nella prima sala dove il continuo lavoro dell’acqua ha dato vita a vaschette e stalagmiti in formazione. La sala si restringe leggermente e scende, la passerella permette di raggiungere una seconda sala dove troviamo nuove concrezioni con colori variabili dal bianco candido al più caldo arancio. Il bacio di stalattiti estalagmiti danno vita a splendide colonne. Alla fine della sala in alcuni periodi dell’anno, prende vita un lago che data l’immobilità dell’acqua, solo debolmente increspata dallo stillicidio, permette di vedere le concrezioni rispecchiarcisi dentro.
Nella grotta troviamo anche una piccola colonia di pipistrelli che normalmente la utilizzano per passare l’inverno.
Così attraverso un percorso di circa 250 metri, in passerella di acciaio sospesa, che si adatta perfettamente alle variazioni planimetriche e alle situazioni dei luoghi, si ha la possibilità di godere di spettacoli naturali e di scenari suggestivi che si presentano in tutta la loro magnificenza, agli occhi stupiti di chi si avventura alla scoperta delle bellezze che il cuore della terra talvolta nasconde.
La visita alla grotta è resa ancor più suggestiva e particolare,in quanto non dotata di illuminazione fissa. La visita viene fatta con l’ausilio di luci consegnate ai singoli turisti, dando così la possibilità di guardare la grotta con gli stessi occhi degli speleologi che  normalmente esplorano e studiano gli ipogei.
La grotta si trova a circa 25km da Avezzano e a meno di 10km da Tagliacozzo, sulla strada provinciale 23 Alto Liri nella frazione di Petrella Liri(comune di Cappadocia). Dalla strada principale si scende verso un grande piazzale, dove si possono lasciare le auto e raggiungere la biglietteria e i servizi.