Venite a visitare Introdacqua, in provincia dell’Aquila, situata nella Valle Peligna, su un colle posto sulla confluenza di due valli, quelle di Contra e di Sant’Antonio, abbracciate dai monti Plaja e Cerrone.
Dunque, è una località di media collina, con i suoi oltre 600 metri di altitudine, ma curiosamente ha un nome “acquoso”: inter aquas vuol dire infatti paese tra le acque.
Siete infatti vicini al fiume Sagittario, principale affluente dell’Aterno-Pescara, che nasce da sorgenti alimentate dal lago di Scanno, a circa 29 chilometri, ed entra della conca Peligna.
Nel centro, visitate la chiesa madre della SS. Annunziata, in cui sono conservati affreschi rinascimentali, una tela di San Biagio, del ‘700, e le spoglie del patrono, San Feliciano Martire.
Bello, il suo campanile romanico costruito in pietra locale.
Di fronte, è la chiesa della SS. Addolorata, con le statue del Cristo Morto e dell’Addolorata, portate in processione il Venerdì santo, mentre in quella della SS. Trinità è conservata la statua della “Madonna che vèle“: la Vergine Maria, che corre verso il figlio risorto durante la rappresentazione organizzata nel giorno di Pasqua.
Ammirate inoltre il Dongione di Introdacqua, la torre medievale la cui costruzione fu iniziata nel 1173 con l’arrivo di Simone I di Sangro, uno dei numerosi “signori”, che si contesero il territorio nei secoli.
La rocca sovrasta il paese con la sua pianta quadrata cintata da mura poligonali, con le case che gli stringono intorno fino a Palazzo Trasmondi, dal nome degli ultimi feudatari del paese.
Non perdete la Fontavecchia, o fontana Vecchia, una vasca rettangolare con lo stemma in pietra del paese e la data di costruzione, 1706.
Per voi appassionati di trekking è infine “pronta” una bellissima ascesa al monte Genzana, così chiamato perché accoglie abbondanti fioriture di genziana. Raggiungete per la valle di Sant’Antonio il rifugio Forca Ristoppia a circa 1800 metri di altitudine e godete di uno struggente panorama che svela le montagne e i pianori più significativi della regione: la conca di Sulmona e il Morrone, la Maiella, il Piano delle Cinquemiglia, la Piana del Fucino, il Sirente e il Gran Sasso.
Da urlo.
Accoccolatevi ora a tavola insieme ai maccheroni alla chitarra conditi con sugo d’agnello, alle “sagne e fagioli” e agli arrosticini di carne ovina.
Deliziosi manicaretti della tradizione a cui fa seguito un bicchierino di liquore di genziana, il miglior digestivo a Km0, ottenuto dalla macerazione delle sue radici essiccate nel vino bianco per almeno 40 giorni.
Provate a realizzarlo da soli: l’importante è che una volta trascorso il tempo, eliminiate le radici aggiungendo zucchero e alcol.
Cos’altro vedere:
- La chiesa di Sant’Antonio
- La chiesa di San Giovanni
- La chiesa della Madonna delle Grazie
- La chiesa della Madonna di Loreto
- Le “porte della Terra”
- L’area archeologica Piano della Civitella