Beni Culturali e Ambientali

Isola del Gran Sasso

By 30 Novembre 2023No Comments

La montagna e il suo ancestrale linguaggio sono uno stile di vita e uno stato dell’animo, che a Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo, potete vivere e interpretare a vostro piacimento. 
Strano, il suo nome, che evoca una terra nel mare sulla montagna: deriva dal fatto che il centro più antico fu costruito su un fazzoletto di terra chiuso tra due corsi d’acqua, il Mavone e il Ruzzo, una vera e propria “isola” a 415 metri d’altezza sul mare, ai piedi dell’imponente massiccio, scritto nel suo toponimo. 

Lo trovate placido, protetto da boschi e da pascoli, con il magnifico teatro roccioso che si apre al suo cospetto, dal monte Camicia all’Arapietra, a salire fino al “Paretone” e al Corno Grande, la cima più alta degli appennini. Se volete salire, vi trovate nel miglior punto di partenza per le ascensioni nel gruppo del Gran Sasso dal versante teramano, insieme a Pietracamela.
Da qui, potete raggiungere anche l’acquedotto del Ruzzo, tra pareti dirupate e cascate, passando per Pretara e San Pietro, centro di escursioni verso il monte Brancastello, oppure il laghetto di Pagliara e la chiesina di Santa Maria a Pagliara, con un panorama mozzafiato sul monte Camicia e sulla valle del Leomogna

Sempre da Pretara, potete arrivare all’eremo di Santa Colomba situato a circa 1250 metri di altitudine, in un luogo isolato, sotto il monte Infornace, dove secondo la tradizione, pare si fosse ritirata la giovane Colomba, contessa di Pagliara, sorella di San Berardo.
Nel borgo fortificato, trovate ancora viuzze e piazzole monumentali con porte e finestre con incise sentenze latine; particolari, il portale nelle forme del gotico fiammeggiante della chiesa di San Massimo, e la cappella a cona di San Sebastiano, quattrocentesca. 

Fuori il paese, isolata su un poggio che fiancheggia il Mavone, trovate la splendida chiesa di San Giovanni ad Insulam, semplice e austera, tra i più rilevanti edifici religiosi in stile romanico-gotico abruzzese.
Vi consigliamo anche una visita al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata (al secolo Francesco Possenti da Assisi), patrono d’Abruzzo e dei giovani, le cui spoglie sono in esso custodite.
Meta famosa per i giovani studenti abruzzesi, che vi si recano a cento giorni dall’esame di Stato per far benedire le proprie penne, inizialmente era un convento del XVI secolo, ampliato nel XX secolo dopo che nel monastero vi morì il religioso poi proclamato Santo nel 1959. In seguito, per far fronte al numero crescente di pellegrini, è stato realizzato un nuovo santuario davanti alla chiesa antica. 

Prevedete per il vostro pasto una ricca “collezione” di piatti del territorio, come i maccheroni, spesso confezionati con il caratteristico strumento detto “chitarra”, e le carni, soprattutto di agnello e di maiale, cucinate arrosto, allo spiedo, in padella o sotto il coppo, dentro il camino; ricercatissimo è il “castrato”, facilmente reperibile all’inizio della primavera, da mangiare arrostito all’aperto, accompagnato da un buon vino rosso e forte.