Ogni anno, la Domenica di Pasqua, nello splendido borgo di Introdacqua (Aq) si svolge il rito de “La Madonna che véle”. La manifestazione che si ritiene iniziata nella seconda metà dell‘800.
Mentre la piazza è gremita di folla in attesa spasmodica, ecco apparire lentamente dalla salita di San Rocco la statua della Madonna vestita a lutto portata a spalla da quattro giovani, privilegio che si acquisisce mediante asta pubblica in presenza dei deputati organizzatori della festa, un rito questo che si ripete per ogni processione. La Madonna si incammina verso la parte opposta della piazza dove c’è in attesa il Cristo Risorto, all’incirca metà della piazza quando si intravede il Cristo Risorto i portatori pian piano danno inizio alla frenetica Volata tra spari di mortaretti, suono di campane e banda locale che suona in sottofondo, il mantello nero della Madonna cade dalle sue spalle ed ella riappare nella consueta e sontuosa veste celeste, mentre sulla mano destra, quasi per incanto, appare una rosa anziché il bianco fazzoletto da lutto. Un grido prorompe dalla folla, un grido di liberazione dopo l’attesa spasmodica, ed è un momento di grande emozione generale. Subito dopo l’incontro tra la Madonna e il figlio Risorto si procede con una grande processione per le vie del paese, seguita dalle due confraternite, dalle autorità del paese e dal popolo. E’ interessante rilevare che la Madonna per gli introdacquesi non “scappa”, come nell’espressione sulmonese, ma “vola”. Ed un vero e proprio volo è quello che, visto da lontano, sembra passare sopra le teste degli astanti.
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