Occhio a non sbagliare il suo nome. Vi trovate a Lecce “nei” Marsi e non a Lecce “dei” Marsi, come gli altri paesi della zona: una preposizione che rivendica un’appartenenza e un’origine diversa. Alcuni studi, infatti, fanno risalire la nascita del paese ad alcune famiglie della regione asiatica della Licia, che nel X secolo approdarono nel circondario a seguito delle Crociate.
Stabilito che non sono i Marsi i “padri” antichi del borgo, godetevi il territorio del borgo in provincia dell’Aquila, immerso nel Parco nazionale dell’Abruzzo, Lazio, Molise: un polmone verde tutto da esplorare con una serie di sentieri dedicati all’orso bruno Marsicano, che s’intersecano nelle Valli dell’Orso. Per passeggiate, sentieri, possibilità di escursioni, consultate il sito del parco,
Il paese, costruito nel corso del XX secolo dopo il sisma del 1915, è adagiato a 740 metri d’altitudine sulle pendici del monte Turchio, nel versante sudorientale della piana del Fucino.
Visitate la chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XII secolo, distrutta e rimaneggiata più volte; in località Macchia trovate invece la piccola chiesa rurale di Sant’Antonio, in località Vallemora si erge la nuovissima chiesa di San Biagio, mentre fra Ortucchio e Lecce nei Marsi ammirate il santuario della Madonna del Pozzo, il cui edificio originario risale al XII secolo. Oltre ai monumenti religiosi, andate a caccia di antiche vestigia.
Con una bella sgambata, potete raggiungere il nucleo di Lecce Vecchio, distrutto dal sisma, il cui borgo fortificato e di ciò che resta, lo scorgete su due colli, con i casali sparsi come Sierra, Buccella e Macchia, e le frazioni di Taroti, Vallemora e Castelluccio.
Nei pressi, in località La Guardia, scovate i resti del castello, forse appartenuto ai marchesi Trasmondi, e la torre medievale di Litium.
Nel borgo, probabilmente nacque l’artista rinascimentale Andrea De Litio, definito dal critico d’arte Vittorio Sgarbi “un’espressione periferica di un grande Rinascimento Italiano”. All’ora di pranzo, vi aspettano con vostra grande gioia i maccheroni alla chitarra, i ravioli, le fettuccine con salsa al pomodoro con carne di vitello e maiale, gli anellini alla pecoraia, le minestre di legumi, e i tipici arrosticini a base di carne ovina: i piatti più genuini di questa parte di territorio abruzzese. Una festa per tutti i sensi.
Cos’altro vedere:
- La miniera dismessa di bauxite, in località Collerosso
- L’altopiano carsico della Cicerana, in località La Guardia
- La faggeta vetusta di Selva Moricento
- Il sito archeologico neolitico di Rio Tavana
- Il sito archeologico di Vicus Annius