Di proprietà comunale, all’interno della struttura si possono ammirare oltre 400 ceramiche che coprono un arco cronologico compreso fra il Cinquecento ed il Novecento, rappresentative di quasi tutti i centri di produzione regionali abruzzesi. Particolarmente significativa è la presenza di opere di Rapino (CH), rappresentata dalle più antiche maioliche oggi note quali un orcio datato 1823 ed un piatto con il miracolo della Madonna del Carpineto.
Fra le ceramiche antiche del Cinquecento si segnala un pavimento attribuibile a maestranze di Anversa degli Abruzzi, ed un raro piatto in stile compendiario con stemma della famiglia Scorpione di Penne. Fra i centri di produzione del chietino si possono ammirare anche piatti, boccali e grossi bacili di Palena, ingobbiate e ceramiche da fuoco di Lanciano e di Vasto; opere della fabbrica di maioliche Desiderio di Chieti (fra cui anche un “biscotto” della celebre bottiglia per il liquore Aurum di Pescara) e un servizio da rosolio dei Bontempo nel periodo di attività di Fara Filiorum Petri. Consistente è anche la presenza di rari oggetti settecenteschi di Bussi sul Tirino (PE) e fra essi una statuetta di san Biagio – santo protettore del paese – e maioliche di Torre de’ Passeri con un bel contenitore cilindrico da farmacia con decoro a mazzetto fiorito.
Fra i centri del teramano, oltre a Giulianova dove fu aperta una fabbrica ad opera dei Fuina, nota ed antica famiglia di Castelli, si può ammirare una bella zuccheriera attribuita a Tommaso Cascella presso la manifattura ICAR di Roseto degli Abruzzi. Ben rappresentata è inoltre la produzione delle manifatture Emilio Polci e MADA di Pescara e della VESTA di Penne. Sono ulteriormente presenti le ceramiche monocrome bianche di Castelli fra cui una bella zuppiera decorata a rilievo, la produzione ottocentesca a smalto azzurrino, e la ceramica ingobbiata e graffita del Novecento sempre castellano.
Da non perdere: cospicua raccolta di porcellane dello stabilimento Simac di Castelli, degli anni ’20 e ’30 del Novecento. Tra le ceramiche più di pregio firmate dai pittori castellani, si segnalano le opere di Eugenio d’Annunzio detto Papaliano; Massimo Rosa; dei fratelli Raffaele ed Antonio Troisi; un vaso in porcellana di Gino Pardi; un piatto di Nicola Ciavardoni ed opere dei più recenti Romeo Pardi, Corrado Francia, Alfredo Giacomini, Romeo d’Egidio, Francesco Mancini e Benito Carbone. Ancora più rara è la candela di accensione per motori a scoppio prodotta dalla fine degli anni ’30 a Castelli presso lo stabilimento S.P.I.C.A. ed una notevole collezione di fischietti di Castelli.
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