Siete nel Parco Nazionale della Maiella dove sorge Manoppello, nella media valle del Pescara, luogo di tradizioni, arte, buon cibo e natura a “mani piene” (questa, l’etimologia del nome).
La sua storia ha origini antiche, testimoniate da numerosi ritrovamenti su tutto il territorio, come la tomba di un guerriero risalente al III sec. a. C. o le vestigia di una domus romana, nelle vicinanze dell’Abbazia di Santa Maria di Arabona, assolutamente da non perdere, nell’omonima frazione.
Nonostante sia solo parzialmente compiuta e abbia subito diverse trasformazioni, siete di fronte alla più preziosa testimonianza dell’architettura cistercense in Abruzzo: fondata con ogni probabilità per una donazione del 1197, fu abitata alla fine del Cinquecento, per duecento anni, dai francescani; quindi passò alla famiglia Zambra di Chieti fino al 1968 e infine alla diocesi teatina.
Ammirate la struttura architettonica, in cui misero le mani maestranze francesi e quindi locali, e all’interno, due affreschi attribuiti ad Antonio da Atri, importante pittore abruzzese della seconda metà del Trecento e primi del Quattrocento, di cultura soprattutto marchigiana, attivo in varie località della regione, in primis ad Atri, nella cattedrale.
Entrate nel centro storico per cogliere il bello e l’antico del Medioevo, che sopravvive con i resti di un castello e con abitazioni decorate da particolari scultorei nei balconi, nelle finestre, nei portali.
Tra le vie sbuca la chiesa di San Nicola di Bari, trecentesca, poi trasformata nel periodo barocco. Belli, la facciata in pietra con ornamenti a rilievi, e l’artistico portale preceduto da due leoni stilofori romanici su cui poggiano graziose colonnine. All’interno, è la cripta barocca e una statua raffigurante S. Antonio da Padova, realizzata dal manoppellese Giovanni Antonio Santarelli.
Raggiungete il Santuario del Volto Santo, costruito tra il 1617 e il 1638, che si eleva su una collina con una bella vista panoramica. Tra le varie trasformazioni subite, la facciata su un’alta scalinata, interamente rifatta, tre portali e il rosone ricostruiti secondo lo stile romanico così come il campanile, moderno.
Sopra l’altare maggiore, trovate l’artistico tabernacolo marmoreo con la preziosa teca in argento, oro e pietre preziose, che contiene la “miracolosa” immagine del Volto Santo di Cristo, impressa su una leggera seta trasparente: secondo la leggenda, sarebbe stata consegnata da un Angelo in veste di pellegrino a un certo Giacomo Antonio Leonelli da Manoppello.
Il Volto Santo non è una pittura perché non si notano segni di pennellate o spessore di colore, e dal 1638 non ha subito alterazioni al contatto con la luce. Da quattro secoli è meta di pellegrini provenienti dall’Italia e da tutte le parti del mondo.
Che cosa mettere ora nello stomaco? Vi consigliamo un ottimo brodo di gallina vecchia con tagliolini all’uovo, sagne con ceci e cipolla fritta, tagliatelle alle noci, trippetta d’agnello, baccalà con i peperoni.
Cos’altro vedere:
- La chiesa e il convento di S. Chiara
- La chiesa di S. Pancrazio