Il monastero di San Basilio fu fondato, secondo la tradizione, nel 496 ad opera di S. Equizio e, stando ad alcuni documenti, se ne potrebbe datare l’origine intorno all’anno 1000.
La chiesa venne consacrata nel 1112 dal vescovo Dodone. Il monastero visse i suoi periodi più floridi come sede delle Monache Benedettine Celestine che contribuirono attraverso il proprio convitto e le proprie scuole a potenziare la crescita della città. Non a caso esso rivestì costantemente un ruolo di rilievo nell’ambito della comunità tanto da essere incluso, nel 1493, nell’itinerario della Regina Giovanna d’Aragona, divenendo altresì luogo di ritiro di vari ospiti illustri, tra cui Maria Pereyra Camponeschi, nonna di Paolo IV.
Nel XVII secolo le Benedettine vennero sostituite dalle Celestine e fu in questo periodo che il complesso subì una sostanziale modifica architettonica, assumendo i caratteri che ancora oggi lo contraddistinguono. La straordinaria vitalità di forme e di decorazioni è da ricondursi al felice momento vissuto in quel periodo dall’ordine celestiniano aquilano sia in ambito culturale che in quello artistico.
La chiesa addossa la propria facciata all’estremo del prospetto settecentesco del monastero. L’interno, sostanzialmente settecentesco, è formato da un’aula unica con due cappelle per lato. Sul grande altare maggiore vi è un olio su tela opera di Francesco De Mura, eseguito nel 1733 e raffigurante Gesù, l’Eterno e Santi. Degni di nota i primi due altari laterali del 1729, eseguiti da Rocco Cicchi.
Il complesso, danneggiato dal sisma del 2009, è stato restaurato e riaperto al pubblico.