La cosa più bella è bere quando si ha sete. Sembra un concetto banale, ma se l’acqua in questione è cristallina e dotata di proprietà diuretiche, è un altro viaggio.
Quello che vi promette la sorgente di Fra Clemente immersa nel verde con l’area ristoro, grazioso luogo del cuore nel territorio di Montereale, in provincia dell’Aquila, con le sue benefiche acque e i fiumi, l’Aterno, il Velino e il Tronto, che s’intrecciano nelle vallate circostanti.
Un piccolo mondo antico incastonato nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, con un affaccio sull’alta Valle dell’Aterno.
Mille metri circa di beatitudine, come il Beato Andrea, che qui morì nel 1479, e che oggi è venerato nella chiesa settecentesca a lui dedicata.
In attesa di tornare ad ammirarla, così come gli altri monumenti religiosi ancora inagibili (come la chiesa di Santa Maria Assunta, i conventi di San Leonardo e di San Francesco, l’abbazia della Madonna in Pantanis, nell’omonima frazione), a causa del terremoto che nel 2016 sconvolse Amatrice, a circa 23 km di distanza, potete passeggiare tra le vie del centro, dove eleganti edifici, per lo più privati, stanno tornando a nuova vita.
Palazzo Mari, in primis, con un bel portale in marmo e un locale al primo piano da cui, attraverso un lungo tubo nascosto nel muro, si poteva osservare senza essere visti, chi bussava al portone.
In pratica, uno spioncino ante litteram.
Osservate le antiche mura di cinta, che risalgono all’anno 1000-1100 a tutela della zona alta del borgo. Vestigia preziose che raccontano le origini di Montereale, che dovrebbe essersi sviluppata nel Basso Medioevo.
Ma in un registro dei Decurioni di Montereale, si afferma che nel sito in cui fu costruito il paese esisteva una città d’origine preistorica, chiamata Maronea, fondata dai Pelasgi e distrutta nell’anno 550 d.C. e su cui, probabilmente, i Longobardi ci misero lo zampino, favorendone la costruzione.
Cercate, fra gli altri, Palazzo Farnese, in restauro, che fu nel Cinquecento la dimora personale di Margherita d’Austria, una delle figlie naturali dell’imperatore Carlo V.
Tempi aurei per tutto il territorio grazie alla donna e al potente genitore, che in occasione delle sue nozze con Alessandro dei Medici, avvenute nel 1536, le costituì una dote con alcune terre tra cui la stessa Montereale (oltre a Campli, Cittaducale, Leonessa, L’Aquila e Penne).
Su tutta questa storia, spicca la Torre civica e la sua campana sulla piazza più alta della città, che serviva nel Medioevo a richiamare i cittadini delle “ville” nei casi di necessità.
Tra le ricette tipiche di Montereale, che ha tradizione di essere terra di cuochi come la vicina Amatrice, assaggiate “li strancogliuni”, gli “Stringozzi a cascio e pepe”, “Lu farricellu”, le “Patate refritte”, “lu pulentone”, accompagnati dagli ottimi formaggi e salumi del territorio.