Inaugurato nel 2001, è intitolato al barone Giovanni Battista Leopardi. Grazie ad un progetto nato dall’accordo tra il Comune, la Soprintendenza Archeologica, la Diocesi e l’Università di Chieti, lo splendido palazzo vescovile che ospita il museo è stato completamente restaurato.
Lo scopo dell’esposizione è l’illustrazione della preistoria del territorio che gravita su Penne e della storia dei Vestini. I documenti archeologici sono accompagnati da un ampio corredo di testi, immagini ricostruttive e sussidi audiovisivi.
Il percorso cronologico dell’esposizione si snoda nell’arco di dieci sale e va dal Paleolitico al Medioevo. Fra i complessi presenti nel museo sono compresi quelli del Paleolitico Superiore di Campo delle Piane a Montebello di Bertona, un accampamento all’aperto databile intorno a 14.000 anni fa; del villaggio neolitico di Pluviano e, sempre da Campo delle Piane, i resti di un villaggio databile fra la fine dell’Età del bronzo e gli inizi dell’Età del ferro. Durante il periodo italico (VI-V secolo a.C.), le testimonianze archeologiche relative al territorio vestino sono quasi esclusivamente necropoli: le più importanti, tutte rappresentate nel museo, sono quelle di Colle Fiorano, Farina-Cardito, Vestea, Montebello, Loreto Aprutino e Nocciano. Si tratta di complessi di sepolture a inumazione deposte in fosse scavate nella terra, con corredi funerari differenziati per sesso: le sepolture maschili sono accompagnate da armi di ferro (lance, spade, pugnali), mentre nei corredi femminili gli elementi caratteristici sono soprattutto gli oggetti di ornamento personale: fibule (spille) di bronzo e di ferro, collane e pendenti di pasta vitrea.
L’allestimento è reso più accattivante dalla presenza della ricostruzione della tomba di un guerriero di Nocciano il cui corredo è formato da un calderone e una coppia di calzari in bronzo, una spada e una lancia.
Al periodo tardo-ellenistico (II-I secolo a.C.) risale la tomba a camera dalla contrada Arce-Conaprato, uno dei complessi più importanti del museo, che conteneva le deposizioni di una donna e di un uomo accompagnati da un ricco corredo. Gli elementi di maggiore interesse sono i letti decorati da rilievi figurati in osso, una categoria di prodotti artigianali di lusso che viene illustrata più ampiamente attraverso un pannello ricostruttivo e un audiovisivo. Dalla stessa tomba vengono anche i vasetti di bronzo a forma di testa femminile, noti anche da altri complessi del territorio vestino, probabilmente importati dall’Etruria. Le ultime sale presentano la documentazione archeologica relativa alla continuità di vita nell’abitato di Penne dall’età imperiale al Medioevo, risultato dei numerosi scavi condotti nell’area urbana e in particolare nel palazzo vescovile.
Da non perdere: la misteriosa statua acefala di sacerdotessa del I Sec. a.C. rinvenuta nella necropoli di età romana di Contrada Ossicelli, esposta dal 2016.
Informazioni: Piazza Duomo 8, Penne (PE) | Referenti: Annalisa Massimi, tel. 328 9231401 (Comune di Penne) | Paola Di Tommaso, tel. 347 1739465 (Incaricata Ufficio Beni Culturali Diocesi Pescara-Penne) | Andrea Rosario Staffa, tel. 366 9614802 (Funzionario Archeologo di zona della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio).