Tipologia: archeologico.
Descrizione: l’edificio che ospita il museo è un contenitore carico di memoria storica: da chiesa dedicata a San Carlo, agli inizi del 1600, a Palazzo del Tribunale nella seconda metà dell’Ottocento. Occupa un isolato del centro storico che racconta vicende architettoniche e urbanistiche della città dalla fine del Duecento ai nostri giorni. Il museo costituisce il cuore del Polo Museale Città di Teramo, centro di lettura del territorio, collegato ai siti archeologici presenti nella città e nel teramano, con un’adeguata rete di rimandi conoscitivi tra i musei del sistema e il comprensorio di riferimento. Intitolato allo storico e archeologo Francesco Savini, può essere considerato l’ideale realizzazione della proposta avanzata già nel 1873 da Concezio Rosa, uno dei primi grandi paletnologi assieme a Pigorini, di istituire a Teramo un museo che potesse narrare la storia della provincia sin dalla preistoria, andando oltre i limiti di una semplice raccolta comunale per coinvolgere diacronicamente territorio e testimonianze umane.
Il museo, nell’allestimento del piano terra, ripercorre le tappe della storia antica della città dal XII secolo a.C. al VII d.C.. La città romana di Interamnia Praetutiorum prende forma attraverso gli edifici pubblici, le abitazioni private e le necropoli, in un affascinate viaggio tra testimonianze fisiche, reperti e racconto. La forma urbana si delinea tramite i luoghi pubblici (il foro, il teatro, l’anfiteatro, le terme, le testimonianze della religiosità antica), le sue ricche dimore (la Domus cosiddetta del Leone, di Porta Carrese, di Largo Torre Bruciata, dell’area di Largo Madonna delle Grazie), le sue necropoli, lungo le direttrici viarie extraurbane.
Al primo piano, la storia del territorio teramano è narrata per temi, dalla Preistoria al processo di romanizzazione sino al Medioevo. L’età preistorica, attraverso la “Cultura di Ripoli”, anticipa e prepara la fase cosiddetta protostorica mediante la descrizione dei siti più rappresentativi, mentre il processo di romanizzazione è narrato attraverso lo sviluppo di temi: dal commercio all’organizzazione amministrativa, dai santuari alle ville, dalle invasioni tardo-antiche alle trasformazioni economiche e territoriali di epoca medievale. Alla fine del percorso, un album fotografico dedicato alle chiese del teramano e un invito a ripercorrere le tappe del romanico nella provincia.
Da non perdere: nell’allestimento del piano terra, il busto ritratto di Settimio Severo. Il busto nudo, tagliato sotto il petto, raffigura l’imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.). È un ritratto di alta qualità, intenso nelle sue vibrazioni luministiche e di espressione. La testa volge con eleganza verso la sua destra con l’austera costruzione del viso attraverso ampi piani levigati che contrastano con i folti capelli e la lunga barba spartita simmetricamente. Le particolari lavorazioni col trapano corrente, ad esaltare riccioli e chiome dei capelli con forti contrasti chiaroscurali, raccontano uno stile aulico tardo-antoniniano. E poi, la splendida statua iconica muliebre di figura femminile panneggiata, dalle caratteristiche tecniche e stilistiche davvero di grande qualità, della seconda metà del I secolo d.C..
Nell’allestimento del primo piano, i materiali provenienti dal villaggio neolitico di Ripoli, il corredo funerario della tomba 100 della necropoli di Campovalano di Campli con preziosi elementi di corredo di uno status di alto rango sociale, i reperti del vicus di San Rustico di Basciano e il gruppo scultoreo di terracotta proveniente dalla villa rustica in località Le Muracche di Tortoreto con la famosa statua di Ulisse.
Orari di ingresso: temporaneamente chiuso per inagibilità.
Informazioni: Via Delfico 30, Teramo | Referente: Gioia Porrini, tel. 0861 324601 – 344 0159100 | mail g.porrini@comune.teramo.it