L’oratorio di Santa Maria delle Grazie nasce sul luogo di un’apparizione della Madonna, con funzione di “cona”, piccola chiesa rurale sita lungo il tratturo.
Sorta intorno al 1498, si trova a circa due chilometri da quello della Madonna della Croce di Pietranico e a questo si associa sia per le origini sia per lo stile della decorazione dell’interno.
Negli anni successivi la chiesetta si arricchì grazie a donazioni e rendite. Alla chiesa doveva essere annesso un convento di cui restano poche tracce del chiostro.
L’esterno si presenta molto semplice in contrasto con la ricchezza dell’interno che rappresenta, insieme all’oratorio di Santa Maria della Croce di Pietranico, un caso particolare di barocco abruzzese. Un portico ad una sola arcata, al cui interno è uno spazio coperto con volta a crociera, precede un portale tardo rinascimentale attribuito alla scuola di Giacomo di Silvestro di Sulmona. Ai lati del portale sono due lesene scolpite con raffigurazioni di motivi vegetali e terminanti in due capitelli con motivi fantastici. L’architrave è sormontato da una cornice in pietra sporgente e su questa, in posizione rientrante, un arco in pietra che contiene una lunetta con affresco della Pietà. Altro elemento di richiamo visivo all’esterno è il campanile a vela composto da una cella centrale più alta e due celle laterali più piccole.
L’interno è il frutto di una trasformazione seicentesca, come documenta la scritta riportata sotto le pitture dell’abside in base alla quale l’opera fu ultimata il 30 settembre 1632. La pianta è a navata unica con due campate coperte con volte a crociera e abside poligonale. Sul lato sinistro si aprono due profonde cappelle mentre a destra si presentano due grandi nicchie sottese da due arconi contenenti altrettanti altari.
Tutto l’interno rappresenta un trionfo del barocco che si manifesta in affreschi, statue e stucchi. Le pareti e le volte dell’ abside sono interamente affrescate con scene della vita della Madonna, tra cui l’Annunciazione e il Matrimonio della Vergine, opere attribuite alla scuola di Andrea De Litio e datate 1522. Affreschi ricoprono anche le volte della navata e quelle delle cappelle laterali. Le pitture della navata furono realizzate nell’ultimo decennio del Seicento come testimonia la data, 1698, apposta sotto la scena raffigurante l’Incoronazione della Vergine ma che va riferita all’intero ciclo. Le stuccature, che rivestono l’intero organismo, sono opera di Donato Ferada, artista milanese, che lavorò nella chiesa intorno al 1675; le dorature sono attribuite ad Antonello de Castellis da Tocco che vi lavorò fino al 1690. Statue in stucco ad altorilievo, che raffigurano Santi e Profeti, arricchiscono le lunette formate dalle volte a crociera; altre statue e formelle lavorate con scene di vita sacra ricoprono la parte inferiore delle pareti laterali; elementi barocchi decorano anche le cappelle e le nicchie poste lungo le pareti. Alla completezza dell’opera di decorazione contribuirono anche Angelino di Beffi e Tommaso Bernardino di L’Aquila, gli stessi artisti che in seguito lavorarono nell’Oratorio di Pietranico. L’altare maggiore fu realizzato nel 1642. E’ composto di due coppie di colonne a stucco con capitelli , sormontate da un fastigio lavorato a motivi vegetali con al centro il volto di un cherubino; in alto poggiano statue di Santi e cherubini. Al centro è il gruppo scultoreo in stucco raffigurante una Madonna in trono con Bambino. La composizione culmina in due cherubini che reggono una croce. Al centro dell’altare è posto un trittico, dipinto a tempera su tavola, del Quattrocento, attribuito da Antonio De Nino alla scuola del Pinturicchio e raffigurante la Vergine tra San Sebastiano e San Clemente
L.T. 31-12-2020