Beni Culturali e Ambientali

Parco archeologico di Juvanum – Montenerodomo (Ch)

By 4 Maggio 2021Novembre 30th, 2022No Comments

L’abitato antico si trova lungo la strada moderna che collega Montenerodomo a Torricella Peligna.

Juvanum diventa municipium nel periodo anteriore alla guerra sociale ed era amministrato anche da una corporazione di devoti ad Ercole, la divinità locale più importante.

A partire dagli anni ’60 sono iniziati degli scavi sistematici che hanno portato alla luce i monumenti cultuali, costruiti nella zona dove sorgerà Juvanum, sulla sommità dell’acropoli. Il santuario era circondato da un muro realizzato con blocchi di varia grandezza che fungeva anche da sostegno al terrazzamento. Le mura cingevano un luogo di culto forse  dedicato all’acqua. Tale territorio, in epoca medievale, fu occupato dall’ abbazia cistercense di Santa Maria di Palazzo nella prima metà del II sec. a.C., nella parte centrale dell’area sacra. Intorno alla metà del II sec. a.C.,  venne eretto il secondo tempio. Le epigrafi rinvenute attestano il culto di Eracle, per lo stretto legame tra la divinità e il mondo agricolo-pastorale, Diana, Vittoria e Minerva.

A Sud Est della collina la cavea del teatro con le prime sette file di gradini con pietre piccole ai lati ed un filare quasi regolare di pietre più grandi al centro. La connessione tra gli edifici serviva a conferire sacralità alle rappresentazioni, con le quali si intrattenevano i devoti, in particolari ricorrenze religiose.  

La tipologia dei templi e il teatro-santuario, sono espressione della cultura ellenistica che si diffonde tramite le maestranze campane. Una via lastricata collega il santuario con il Foro. Prima di entrare nel foro ci sono resti di muri di due o tre stanze. Il Foro è una piazza rettangolare  lastricata e lungoil pavimento si conservano tracce di una iscrizione monumentale, che riporta il nome del magistrato, autore dell’opera. La piazza era adorna di statue onorarie. Segue un ambiente rettangolare, la basilica. Era presente anche una taberna e la stanza di una ornatrix, che svolgeva attività di pettinatrice e di truccatrice, un’officina ed una fornace circolare.  All’interno della città il sistema viario è costituito da due tratti di strade, convenzionalmente chiamati “via del Foro” e “via Orientale”. Tra i ritrovamenti  una tomba infantile affiancata a bronzetti riproducenti Ercole, una bardatura equina del I sec d.C., in bronzo fuso, una statua di togato, ma  il rinvenimento più importante è la testa marmorea conservata nel Museo Nazionale di Napoli, pubblicata dal Mustilli, rappresentante Io, fanciulla amata da Zeus. La testa, in marmo bianco, era completata da stucco, secondo una tecnica alessandrina. Nel Museo Archeologico di Chieti si conservano frammenti architettonici, mensole, cornici, capitelli, a testimonianza della grande vitalità del municipio e della fruizione continua del sito fino al IV sec. d.C.  che forniscono informazioni relative alla sfera del culto e le cariche del municipio romano. Il municipio ebbe quattro momenti salienti: l’età Repubblicana, a ridosso della guerra sociale, quando si effettua la costruzione degli ambienti sull’Acropoli, l’età giulio-claudia, quando viene costruita la città orientata nord-sud. Il terzo periodo è l’età Antonina, in seguito ad un terremoto e ad un incendio, ben documentati archeologicamente; il quarto è nell’età tardo antica, quando nel IV sec. d.C. inizia la fase di decadenza delle città romana. 

Il Museo Archeologico, inaugurato nel 2006, è ubicato al primo piano della moderna struttura museale realizzata in prossimità dell’Acropoli che, a pianterreno, ospita il Museo sulla Storia e Trasformazione del Paesaggio

Tipologia:  Sito romano, cinta muraria, foro, teatro, tempio

Informazioni e giorni di apertura

L.T. 15-12-2020

Juvanum: Basilica maggiore; a destra la basilica, al centro il foro, a sinistra la via Orientale e sullo sfondo la collina dell’acropoli – Di Zitumassin – Opera propria, Pubblico domini,