C’è chi frequenta corsi di tango, chi di valzer o di mazurca, e chi danza al ritmo del “Laccio d’Amore”, un colorato ed emozionante ballo di antiche origini, che trovate solo a Penna Sant’Andrea, in provincia di Teramo.
Uno dei motivi per visitare il suo territorio, affacciato alla destra del fiume Vomano, con il beneplacido del Gran Sasso d’Italia, che vi guarda, magnanimo e solitario.
La danza in questione, che potete ammirare specie in estate, in occasioni di sagre e di manifestazioni enogastronomiche in cui si esibisce il gruppo folcloristico pennese, aveva funzione propiziatoria della fertilità e del buon raccolto e si svolge intorno a un palo o a un albero con un intreccio – e conseguente disintreccio – di nastri colorati.
E’ una delizia per gli occhi veder volteggiare voluttuose “contadinelle” (abili ballerine, amanti del folclore delle radici), che rievocano gli usi e i costumi della passata civiltà agricola, da cui presero forma e sapore le migliori specialità culinarie della provincia; oggi, trasformati in piatti imperiali, scrippelle in brodo, timballo, arrosticini, in primis, sono le chiavi per capire e interpretare quei tempi.
Passeggiate con calma nel nucleo storico, dove occhieggiano strutture del secolo XVII-XVIII con murature in pietra mista e laterizi.
Ecco spuntare la settecentesca chiesa Matrice, all’inizio del paese, e nei pressi un belvedere in cui fate una sosta per rivedere quel massiccio, bussola del Teramano montano, che emerge con il Corno Grande, la vetta più alta degli Appennini.
Più avanti trovate la chiesa di Santa Maria del Soccorso, ricostruita nel Cinquecento, con un impianto rettangolare a navata unica e colonne e arcate sugli otto altari interni; bello il campanile a torre, con una seconda torre munita di orologio e una cella campanaria a vela; ammirate anche il monumento dedicato alla Santissima Trinità, risalente al XVII secolo, con la facciata medievale, un portale a tutto sesto strombato, un piccolo rosone e la sommità decorata da due guglie sugli estremi dei lati.
Una piacevole sosta a contatto con la natura è possibile anche nella Riserva Naturale Castel Cerreto nella frazione Pilone, meravigliosa area protetta, che si estende tra boschi e stagni per metà del territorio comunale, con una popolazione di piccoli roditori, rettili, anfibi e animali notturni, come lo Sparviero, ma anche del salice e del pioppo bianco e di specie erbacee acquatiche, come la tifa e la cannuccia di palude, che vi scortano, protagonisti del territorio, nelle vostre passeggiate.