Se nel Giovedì Santo predomina la solennità dell’istituzione dell’Eucaristia e nel Venerdì Santo la mestizia, il dolore e la penitenza per la Passione e morte di Gesù, con la sua sepoltura, nel Sabato Santo invece predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro prima della gioia della Domenica di Pasqua con l’annuncio della Risurrezione.
Verso il XVI secolo, si cominciò con un’anticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo, forse perché non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipazione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo: verso le 10-11 del mattino del sabato si “scioglievano” la campane dai legami messi la sera del Giovedì Santo per l’annuncio della Risurrezione
Poi con la riforma liturgica Conciliare, tutto è ritornato come alle origini e il Sabato ha ripreso il significato del giorno della meditazione e penitenza; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la Comunione, tranne nel caso di Viatico per gli ammalati gravi.
Tutto è silenzio nell’attesa dell’evento della Resurrezione. Nella mattina del Sabato Santo, il centro storico di Vasto accoglie il rito più silenzioso e raccolto della Settimana Santa, con la processione della Madonna Addolorata che, alle undici in punto, si snoda a partire dalla centralissima Chiesa di San Francesco da Paola (o dell’Addolorata, appunto) di Piazza Rossetti.
Per le strade del centro storico si porta solennemente la statua del XVII secolo, opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo, che rappresenta il Cristo morto deposto sulle gambe della Madonna, accompagnata dalle confraternite vastesi e dal canto della Schola Cantorum “A. Zaccardi”, diretta dal Maestro Luigi Di Tullio.
A presiedere la processione è il Parroco della Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Ore 11.00
(LT)
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