Vi diamo tre motivazioni per visitare Rapino, uno dei 39 comuni che rientra nei confini del Parco Nazionale della Maiella: olio, dolci e ceramica.
Vi sembrano pochi?

Il primo prodotto è un elisir di lunga vita, ottenuto specialmente dagli uliveti secolari della fascia pedemontana della Maielletta, a circa 1900 metri d’altezza, che si stringono attorno al paese e a cui molte famiglie locali hanno dedicato una vita, al servizio della qualità e del rispetto verso l’ambiente. 

Gustare i piatti della cucina locale, conditi con questo eccellente extravergine del territorio, diventa un viaggio sensoriale, a lungo impresso nei vostri ricordi.
Passiamo ai dolci, musica per i vostri palati.
Una tradizione ricchissima e segreta. Difficile che riusciate a “estorcere” gli ingredienti delle ricette, custodite gelosamente. 

Assaggiate i Bocconotti rapinesi, con pasta frolla ripiena con cioccolato e mandorle, e se siete in zona nel periodo natalizio, gustate le “crespelle”, fritti di pasta di patate lievitata e i “cavicincille”, ripieni di pasta di ceci. Notevoli anche i dolci pasquali in pasta di mandorla, ritagliati a forma di pupe, agnelli, cavalli, e i fiatoni, dolci rustici di formaggio. 

Un’altra specialità, che vi consigliamo di riportare a casa, sono i Pasticci, dolci da forno tradizionalmente serviti durante le cerimonie e le feste, e ripieni di cioccolato, zucchero, mandorle tostate, uova, cannella e limone. Una delizia.
Rimaniamo nel regno della pasta, anche se la ceramica si mangia solo con lo sguardo.

Vi trovate in uno dei centri ceramici storici dell’Abruzzo, che tra l’800 e il ‘900, fu leader per la lucentezza degli smalti, la vivezza dei colori e la bellezza dei decori. 
Il primo ceramista, nel 1821, fu Raffaele Bozzelli, che abitava nella strada del Borgo di San Rocco, agglomerato di case che poi diventerà il “quartiere” dei ceramisti.
Seguirono Fedele Cappelletti, rapinese doc, considerato il maggior pittore di maioliche in tutto il Meridione e i Cascella, gloriosa famiglia di artisti pescaresi.

Visitate (su appuntamento) il museo internazionale ad essa dedicato, dove potete conoscere vita, morte e miracoli di questo meraviglioso materiale, ammirando gli esemplari ceramici di artisti rapinesi (esposti anche nel monastero di Sant’Antonio); se siete fortunati, potete inoltre partecipare a uno dei corsi che durante l’anno, in base al numero e alle richieste di turisti e visitatori, vengono organizzati per imparare a mettere “le mani in pasta” e a decorare.

Tra i piatti di rilievo, che dovete assaggiare, ci sono “Pizz e ffojje” con verdura cotta e granturco; tra i secondi, l’agnello alla brace, il capretto al forno, il coniglio ripieno e le polpette di uova e formaggio. 

Cos’altro vedere:

  • La chiesa di San Lorenzo
  • La chiesa di San Giovanni Battista
  • La Torre del Colle
  • La Grotta del Colle
  • L’Acropoli Civita di Danzica
  • Il Centro di documentazione delle Verginelle