Le grotte della riserva naturale di Pietrasecca sono inserite tra i siti di interesse comunitario dell’Abruzzo.
La riserva, che si estende per circa 110 ettari nella Piana del Cavaliere, istituita nel 1992, insiste nell’area dei Monti Carseolani e in quelle limitrofe, nel comune di Carsoli (AQ. Obiettivo della Riserva è quello di tutelare le peculiarità dell’area carsica, nella quale sono presenti la Grotta dell’Ovito e la Grotta del Cervo, frequentate dalla preistoria all’età romana ed abitate dalla fauna cavernicola.
A primavera, le rigogliose faggete che fanno da sfondo alla cascata rappresentano uno spettacolo da non perdere. Vi si trovano anche il carpino nero, il cerro, il faggio, l’orniello, fiori e cespugli tra cui l’anemone dell’Appennino.
La gestione del parco è del comune di Carsoli, coadiuvato dall’Università degli studi dell’Aquila e da alcune associazioni speleologiche, tra cui la Società Speleologica Italiana.
La Grotta dell’Ovito, chiamata anche Inghiottitoio di Pietrasecca, si trova ad 806 metri sul livello del mare. Dal paese di Pietrasecca, si arriva alla grotta lungo una strada che prosegue parallela all’autostrada A24. I suoi corridoi raggiungono una lunghezza totale di 1370 metri con un dislivello di 41 metri. All’ingresso ci si trova in una galleria lunga 270 metri ed alta 15/20 metri che si restringe in una specie di canyon che porta verso una sala occupata dal un lago. Da qui si raggiungono gli altri ambienti così denominati:
Portale a due archi
Vecchio ramo fossile
Sala dei tre archi
Gomito del contatto
Lago Stige
Caverna dei giganti
Ramo dei laghi
Galleria dei Marsi
Il bivio
Ramo delle eccentriche
Galleria con vaschette
Salone concrezionato
Rami aquilani
Nella grotta dell’Ovito vi è una interessante quanto rara comunità di pipistrelli.
La Grotta del Cervo, detta anche Grotta Grande del Cervo si trova a 858 metri sul livello del mare e presenta una lunghezza totale di 2500 metri con un dislivello di 70 metri. Si raggiunge dal paese di Pietrasecca, attraverso un sentiero pavimentato che attraversa un bosco di cerri. L’accesso richiede prudenza. La Grotta Grande del Cervo fu scoperta da un gruppo di speleologi romani, che, andando a disostruire una frana che occludeva la Grotta dell’Ovito, individuarono quest’altra cavità rimasta incontaminata per secoli. L’importanza di questa grotta si deve, oltre che alla sua bellezza, anche al ritrovamento di 18 monete romane del IV-V sec., una del XV sec. e di numerosi reperti ossei appartenenti a 4 specie animali del Pleistocene (orso, lince, pantera e cervo). La Grotta del Cervo ospita tantissime specie animali , tra cui il grillo delle caverne dalle lunghe antenne, e particolari coleotteri (Choleva sturmi e Laemostenus latialis) quasi invisibili per le ridotte dimensioni.
Gli ambienti sono così denominati:
Sala degli antenati
Ramo delle meraviglie
Sala delle vaschette
Ramo della medusa
Fiume di fango
Sala del By pass
Fiume del silenzio
Per accedere alle grotte, è necessario fare il biglietto almeno 10 minuti prima dell’ingresso. Le visite avvengono accompagnati da Guida Speleologica, in attuazione di quanto disposto dalla L.R. 25/2004 e si articolano in tre livelli di visita di durata e impegno crescente. La visita al primo livello è accessibile, senza limiti di età, a chiunque sia in condizioni motorie autosufficienti e idonee a percorrere un facile sentiero escursionistico. I bambini di età inferiore ai 6 anni dovranno essere seguiti costantemente da un adulto accompagnatore.