Non potete lasciare l’Abruzzo senza aver visitato il castello di Roccascalegna, un maniero di quelli narrati nelle fiabe.
Una leggenda vuole che il suo nome derivi da “Rocca scale di legno”, cioè dalla scala a pioli, che dal borgo portava alla torre della fortezza e raffigurata anche nello stemma del Comune.
In realtà, il toponimo è di origine longobarda e pare derivi da una parola il cui significato sarebbe “fianco scosceso di una montagna”. Vi trovate infatti sul fianco del Monte San Pancrazio, in provincia di Chieti, da cui il castello, situato su uno “strategico” sperone roccioso, domina il borgo, il vallone del Rio Secco e l’ampia vallata del Sangro come un antico guardiano, imponente e taciturno.
Le prime citazioni del fortilizio risalgono al XII secolo, ma la sua fondazione, probabilmente, fu voluta intorno al IX secolo dai monaci dell’Abbazia di San Pancrazio (di cui rimane solo la chiesa al cimitero), per controllare l’arrivo degli “stranieri” sia dalla parte del mare che dalla montagna. Quel che potete vedere è frutto di un grande restauro conservativo, che non ha tolto nulla alla sua antica bellezza, certificata dalle Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano.
Varcate il portone e sarete infatti immersi nel fascino del Medioevo.
Perdetevi tra le sue forme a osservare il vestibolo con il suo pavimento di mattoni a spina di pesce e la torre sentinella; attraversate alcuni ambienti irregolari e raggiungete la torre del carcere, quella Angioina, la chiesa, la torre di avvistamento, il camminamento esterno.
Lungo il percorso trovate luoghi all’aperto, dove potete lanciare, come un dardo, lo sguardo sul magnifico panorama circostante, e locali chiusi in cui nel corso dell’anno vengono organizzate mostre e manifestazioni.
Una visita emozionante per un’esperienza intensa, che ha stregato anche il regista Matteo Garrone, il quale lo ha scelto come location per il film “Il racconto dei racconti”.
La zona è ricca di piccole aziende che valorizzano i prodotti del territorio producendo liquori, olio, salumi e formaggi particolarmente apprezzati anche fuori dalla regione. Tra i piatti tipici, a pranzo, non perdete i “Cannarozzetti allo Zafferano”, una pasta corta fatta in casa condita con guanciale, ricotta di pecora, pepe e zafferano abruzzese, tra i più buoni d’Italia, o ancora la “Ndocca Ndocca”, un piatto molto nutriente a base di carne di maiale (in particolare delle parti meno pregiate dell’animale), cotto lentamente per ore e profumato con le spezie locali: foglie d’alloro, peperoncino, rosmarino e spicchi d’aglio interi, leggermente schiacciati.
Cos’altro vedere:
Il borgo fortificato
La chiesa di San Pietro
La chiesa di San Cosmo e Damiano
La chiesa di San Pancrazio