Roio del Sangro è un grazioso borgo montano arroccato su uno sperone roccioso, un po’ come una terrazza naturale che si affaccia sulla valle, da cui raggiungere con lo sguardo il limpido mar Adriatico.
Tante sono le leggende e le credenze popolari che si celano dietro il suo particolare nome: in alcuni documenti il paese viene chiamato rojo, ovvero rosso, in ricordo di una lontana invasione di formiche rosse, nel XVII secolo, in altri viene nominato rojo de sangue, ovvero rosso di sangue, per ricordare le incursioni sanguinose di briganti e vari popoli che si sono susseguite nei secoli.
A parte queste particolarità, le vie del borgo hanno mantenuto la loro struttura antica, testimonianza di vita e gloria passate. Lasciatevi prendere dalla curiosità e soffermatevi ad ammirare due edifici antichi, custodi di bellezza artistica e architettonica: la Chiesa di Santa Maria Maggiore, a pianta basilicale a 3 navate con abside quadrata, che al proprio interno conserva un quadro di Ferdinando Palmerio di Guardiagrele, risalente al 1864, raffigurante l’Assunta fra angeli e santi, e la Chiesa di San Nicola di Bari, del Cinquecento.
Ma, udite udite, Roio del Sangro è conosciuto internazionalmente come città dei cuochi. Qui la cucina è sensazionale, vera tradizione che fonde la storia e l’arte, come evidenziato dai suoi cittadini nella targa della statua dedicata proprio alla figura del cuoco. Sedersi a mangiare in questo borgo è un’esperienza irripetibile.