La tradizione popolare della festa dedicata a Sant’Antonio Abate o Barone viene ogni anno puntualmente rispettata anche a Scanno, come in tanti centri della regione. L’appellativo Barone deriva dal fatto che la chiesa dove è custodita la statua del Santo era proprietà dei baroni scannesi.
In ricordo della vita del Santo, all’imbrunire del 16 gennaio, dopo la celebrazione della messa, nella piazzetta antistante la chiesa viene accesa la “Gloria”, grande falò purificatore intorno al quale tutti i convenuti gustano tradizionali panini con la porchetta.
La mattina del 17 gennaio, con qualsiasi tempo, sul fuoco viene posto un grande treppiedi con un enorme caldaio nel quale vengono cotte “le sagne con la ricotta” (striscioline di pasta condite con ricotta salata e lardo battuto) una pietanza offerta anticamente ai poveri del paese. Verso le ore 11.00, alla fine della messa, il gustoso cibo fumante, benedetto dal sacerdote officiante, è distribuito ad una folla di fedeli che con i più disparati recipienti si affanna attorno al fuoco per portarne a casa almeno un mestolo da consumare per devozione. L’usanza della distribuzione de “le sagne con la ricotta” sembra risalire ai secoli XIV o XV, tempi in cui esisteva in Scanno l’abbazia di S. Antonio Abate. Interrotta intorno al ‘700 la tradizione fu ripristinata nel 1850 per merito dei fratelli Antonio ed Adriano Di Rienzo che un tempo possedevano la maggior parte delle greggi svernanti in Puglia. Dopo di questi fu continuata dalla famiglia di Dante Ciarletta e poi da altri devoti. L’offerta delle “sagne” richiama ogni anno molti Scannesi, diversi turisti, fotografi e persino scolaresche dei paesi vicini, che hanno nel loro piano di studio le tradizioni popolari.
Per maggiori informazioni:
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(magda)
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