San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, è dedicato a voi, appassionati di storia e di archeologia.
Il paese, sull’orlo orientale della Piana del Fucino, è seduto sopra un antico tesoro, che ogni tanto regala i suoi gioielli.
A circa due metri, nel sottosuolo, giacciono infatti le vestigia di una città, Marruvium, capitale dei Marsi in seguito “romanizzati” con il loro centro, per tutta l’età imperiale tra i più importanti del territorio marso e definita dallo scrittore Plinio “splendidissima civitas Marsorum”.
Impossibile far riaffiorare i fasti di quel passato, come accaduto alla vicina Alba Fucens, perché bisognerebbe abbattere l’attuale città, quindi dovete accontentarvi per ora dei pochi, ma preziosi reperti finora tornati alla luce, che arricchiscono il percorso urbano di San Benedetto dei Marsi e che saranno al più presto valorizzati
dall’amministrazione comunale.
Si tratta di resti di edifici pubblici e privati con pavimentazioni a mosaico, strade basolate, un anfiteatro, le terme e una grande domus del I secolo d. C.
Alcuni di questi manufatti sono open air, da ammirare liberamente, come i Morroni, due imponenti blocchi di origine romana, riferibili a due mausolei dell’età imperiale, di cui uno a base cubica con la parte superiore cilindrica, l’accesso alla via romana, che si apre nel piazzale di Santa Sabina, in ottimo stato di conservazione, con il selciato originale che ricopre il sistema fognario urbano di età romana, e la facciata della chiesa di Santa Sabina, che fu la cattedrale dei Marsi, con un grandioso portale romanico a più giri di archi a tutto sesto, con colonnine cilindriche e ricchissime decorazioni a rilievo.
Per la visita all’anfiteatro e alla domus dovete invece contattare il Comune.
Dopo la caduta dell’impero Romano, il paese cadde in disgrazia, a causa delle invasioni barbariche e delle inondazioni provocate dall’abbandono della manutenzione degli emissari che regolavano le acque del Fucino, quindi, dal sec. X in poi, la sua storia del paese è legata a quella della contea di Celano.
Passeggiate per il centro, interamente ricostruito dopo il terremoto di Avezzano, nel 1915, con bei palazzi a più piani, decorati con portali in pietra, balconate in ferro battuto, cornici aggettanti, case unifamiliari ed edifici nobiliari.
Tradizione è la parola d’ordine, che guida la scelta dei piatti sulla vostra tavola: gnocchetti con i ceci, sagne e fagioli, come overture, e poi, tra i secondi, agnello alla brace con le patate IGP, orgoglio del territorio, cotte al coppo, una tecnica di cottura che consiste nell’appoggiare gli alimenti sulla brace per poi coprirli con un coperchio, il coppo appunto.
Non fatevi mancare il formaggio pecorino, accompagnato dal miele.