La chiesa di S. Pietro in Albe rappresenta uno dei monumenti più importanti della nostra regione per l’architettura e l’arredo decorativo ed occupa un ruolo particolare all’interno dello studio sui primi insediamenti francescani in Abruzzo, dal momento che non è direttamente riconducibile alla committenza francescana. I Francescani infatti si sostituirono ai Benedettini solo nel 1310 e sotto la loro diretta committenza fu realizzato un nuovo ciclo di affreschi (XIV-XVI secolo), una cappella interna tardo-gotica, due monofore sulla parete sud della chiesa, il portale della torre campanaria e la costruzione del convento; nel Settecento furono realizzati degli ammodernamenti barocchi. Oggi della chiesa ammiriamo solo il volto romanico, restituito dal restauro effettuato negli anni Cinquanta del Novecento dalla Soprintendenza, nel corso del quale si è provveduto alla ricostruzione delle parti distrutte dal terremoto del 1915 e alla rimozione degli adattamenti che si sono succeduti nei secoli. La chiesa si trova all’interno dell’area archeologica di Alba Fucens ed è stata edificata nelle forme attuali nel XII secolo dai benedettini, insistendo sul perimetro dell’antico tempio italico dedicato ad Apollo (III secolo a.C.), adattato al culto cristiano già dal VI secolo d.C. La facciata è impreziosita dalla possente torre campanaria e dall’atrio, realizzato riutilizzando rocchi di colonne romane; il portale, decorato negli stipiti e nell’architrave da motivi a girale, era chiuso dai battenti bronzei oggi conservati nel Museo dell’Aquila. L’interno è a pianta basilicale, diviso in tre navate da colonne corinzie di spoglio. In corrispondenza delle prima campata, incastonate lungo il perimetro delle navatelle, sono visibili due colonne tuscaniche, appartenenti al protiro dell’antico tempio. A sinistra, tra la terza e la quarta colonna, si può ammirare il bellissimo ambone cosmatesco risalente agli inizi del XIII secolo, opera del maestro romano Giovanni di Guido e dell’aiuto Andrea. Chiude la navata centrale l’imponente iconostasi risalente alla stessa epoca dell’ambone e sempre di fattura cosmatesca, ma realizzata dal solo Andrea, che orgogliosamente firma l’opera. Completa l’arredo liturgico il candelabro pasquale, composto da rocchi di colonne riutilizzate di spoglio e da un capitello duecentesco. Nelle strutture della cripta sono maggiormente riconoscibili i resti del tempio pagano e vi è conservato un sarcofago decorato con motivi alto medioevali.