Il Santuario della Madonna dei Bisognosi, monumento nazionale, sorge a 1043 m di altitudine tra Pereto e Rocca di Botte, in una posizione suggestiva.
Il santuario, secondo la leggenda, è stato eretto dagli abitanti di Pereto e Rocca di Botte nell’anno 608 d.C. nel luogo in cui la statua lignea della Madonna fu trasportata da Siviglia lungo l’Adriatico fino a Francavilla al Mare da Fausto Sivigliano, mercante abruzzese che ebbe il figlio Procopio miracolato dalla Vergine la quale gli chiese di salvarla dai saraceni. A dorso di una mula fu poi trasportata verso l’interno, ma sul Monte Serra Secca, nei pressi di Carsoli, la mula sfinita cadde a terrà. Fu l’occasione per pacificare i borghi di Pereto e Rocca di Botte costruendo in quel punto il Santuario dedicato alla Vergine che sorse come “Madonna del Monte” per tre quarti nel comune di Pereto ed un quarto nel comune di Rocca di Botte.
Alla Vergine “del Monte” fu attribuita la miracolosa guarigione di Papa Bonifacio IV, originario della Marsica, che nel 610 contribuì con propri fondi all’ampliamento della Chiesa, attribuendo al sacro luogo il potere di elargire indulgenze, attraverso la devozione alla Madonna e donò alla al Santuario il crocifisso processionale.
Fino agli anni Settanta vi si svolgevano pellegrinaggi tra aprile e settembre in particolare nelle feste dedicate alla Madonna. I pellegrini vi giungevano, spesso a piedi scalzi, stanchi e affamati e venivano ristorati e accolti nella foresteria dei frati, dove passavano la notte. Lungo la mulattiera che conduce al Santuario i pellegrini depositavano piccoli sassi lungo l’incisione sulla pietra che, secondo la leggenda, testimonia la ferita del ginocchio della mula caduta a terra. Ancora praticata è la tradizione di salire al Santuario la notte di Natale.
Dalla chiesa moderna attraverso una piccola porta si entra in una specie di tunnel, con pareti e volta decorati con antiche pitture. Sulla sinistra si vede ancora un Gesù flagellato e poco oltre una bella immagine della Madonna in trono con Bambino e S. Caterina; gli Evangelisti si affacciano dalla volta. Il tunnel sbuca nella grande sala affrescata che è il vero cuore del monumento. Sulla destra si apre un altro tunnel, parallelo e uguale al primo, adibito a cappella con altare. Anche qui la volta e le pareti sono decorate da affreschi, in alcuni punti ben conservati. Gli affreschi sono costituiti da strati di pitture sovrapposte in periodi successivi.
I dipinti più antichi vennero realizzati da Jacopo di Arsoli, un pittore molto attivo nella prima metà del Quattrocento, come testimonia un’iscrizione a caratteri gotici ancora presente nella chiesa. Il suo lavoro venne in seguito raschiato ed in parte coperto, intorno al 1488, da quello di Desiderio da Subiaco con le Storie di Maria, al quale si affiancò un pittore del quale è noto solo il nome, Petrus, che dipinse sulla parete est l’immagine di S. Anna e quella della Madonna con il Bambino. Parallelamente un altro misterioso artista, noto come Maestro di Farfa, dipinse S. Rocco e S. Sebastiano sui pilastri interni dell’arco d’ingresso, le Storie di Maria sulla volta e quattro episodi della leggenda di Fausto Sivigliano sulle pareti, di cui oggi se ne conservano solo due: l’arrivo della mula cavalcata da Maria e Gesù e Fausto che, miracolosamente dopo numerose peripezie, ritrova Procopio; una vicenda a lieto fine ricca di colpi di scena e densa di significati. Nella sala principale, sopra l’ingresso, campeggia la raffigurazione dell’Inferno e del Paradiso con la rappresentazione di un mostruoso Satana con tre teste e bocche fameliche aperte anche sulle ginocchia, che divora anime peccatrici.
Dal Santuario si gode di una vista spettacolare sulla Piana del Cavaliere ed è possibile raggiungerla mediante la strada asfaltata o la mulattiera che partono da Rocca di Botte, a mulattiera che parte da Pereto, il sentiero tracciato sul Monte Serrasecca ove sorge il santuario. Il luogo è meta di soprattutto di turisti in cerca di pace e amenità ed è frequentato dalle popolazioni limitrofe soprattutto nella tradizionale gita del Lunedì di Pasqua.