Abruzzo vuol dire vacanza autentica e rilassante. Come Scerni, minuscolo borgo in provincia di Chieti, adatto a chi, come voi, vuole vivere un soggiorno in “santa pace”, come si suol dire.
Volete andare al mare, ma non sopportate i rumori e il caos notturno dei locali? Soggiornate a Scerni e da qui in venti minuti di auto siete sulla costa di Vasto.
Preferite invece la montagna? Fate base a Scerni e in meno di mezz’ora siete nel ventre materno della Maiella e del suo meraviglioso parco nazionale.
Non volete andare al mare e nemmeno in montagna? Bene. Scerni vi aspetta a braccia aperte per offrirvi la semplicità di un soggiorno autentico condito dalla natura, dall’arte, dalla storia e da una cucina formidabile.
Il borghetto è antico e ben conservato. Se ne parlerebbe già nell’883 in una donazione in cui appare il nome di Castellum Serni come bene ceduto al monastero di Santo Stefano in rivo maris. Certo è che nell’XI secolo tale proprietà risultava era tra le pertinenze di tale monastero, come risulta da una bolla di papa Leone IX del 1503.
Visitate la chiesa principale dedicata a San Panfilo – sorta probabilmente sui resti di un tempio romano – che risale al XII secolo, con successivi interventi prodotti principalmente tra il XVIII e il XIX secolo. Notate l’imponente facciata, d’impronta neoclassica, terminata nel 1883 con una scalinata a due rampe; all’interno ammirate, tra le opere di pregio, due antiche statue raffiguranti San Panfilo e Sant’Emidio, un ostensorio, un reliquiario e una croce processionale in argento, tutti di pregiata fattura cinquecentesca.
Avvicinatevi al desco, quotidianamente “illuminato” dall’olio e dal vino del territorio, dove trovate, tra i primi piatti, “li n’durciullune”, ovvero pasta alla chitarra molto spessa e spesso condita con sugo di castrato; il fiadone, rustico a forma di ravioli preparato con un impasto di uova, olio, vino bianco e farina, e un ripieno a base di vari formaggi; tra i dolci, il cavallo, un dolce secco di cioccolata, i cagionetti o calcinitti, fritti natalizi ripieni di marmellata d’uva o di pasta di ceci, rotondi a forma di palline o di ceci e impastati col miele, i tarallucci, dolci rotondi col buco in mezzo farciti di marmellata, le pizzelle, realizzate con il tipico strumento abruzzese detto “lu ferre”.
Se siete in zona nel mese di agosto non perdete l’evento dedicato a un altro prodotto del territorio del “Vastese”, la Ventricina, presidio slow food, regina degli insaccati nostrani.
Cos’altro vedere:
- Il bosco dell’Istituto Tecnico Agrario
- Il Colle dei Sospiri
- La zona di San Giacomo