L’essenza di questo borgo ricco di storia è nel suo cuore antico: superato l’arco romano, proseguendo verso l’interno, si incontrano case, palazzi, chiese vicoli e strade in un concentrato di tradizioni e tipicità. A Tagliacozzo Corradino di Svevia fu sconfitto da Carlo D’Angiò, un episodio ricordato anche da Dante nel XXVIII canto dell’Inferno. Testimonianze di antichità e storia, da non perdere, sono:
- Il Santuario della Madonna dell’Oriente: l’immagine della Madonna con il Bambino si sarebbe miracolosamente salvata dalla furia distruttrice dell’imperatore bizantino Leone III Isaurico. Vi è annesso il Museo Orientale, ricco di antichità egiziane, orientali, etiopiche e un’interessante raccolta numismatica e filatelica, opera dei due francescani padre Gabriele Giamberardini e padre Tommaso Casale.
- La Chiesa e Convento di San Francesco: dalla pregevole facciata, ospita dal Cinquecento la tomba del beato Tommaso da Celano, primo biografo di Francesco d’Assisi.
- La Chiesa e monastero dei Santi Cosma e Damiano: edificata tra l’VIII e il X secolo, è il complesso più antico e ricco di memorie. La chiesa e il monastero, assegnati fin dall’epoca ottoniana ai Benedettini di Montecassino, furono causa di lunghe contese tra il papato e il vescovo dei Marsi. Notevoli sono la facciata con il portale e il rosone, il campanile, l’altare centrale e alcuni dipinti.
- Il Teatro Talia: ex convento benedettino, fu adibito a luogo di spettacolo nel 1686. Un primo importante restauro fu compiuto tra il 1887 e 1888 quando fu intitolato alla musa Talia. Presenta una sobria ed elegante facciata e tre ordini di palchi all’interno, con oltre 200 posti. Ospita stagioni di prosa, di musica ed alcuni spettacoli del Festival internazionale di mezza estate.
- Il Palazzo Ducale: situato nel centro urbano, è la perla del patrimonio artistico di Tagliacozzo. Risale al XIV secolo, ma la seconda fase costruttiva si colloca nella seconda metà del secolo seguente, sotto il conte condottiero Roberto Orsini. La caratteristica del palazzo è quella di avere due piani architettonicamente molto diversi: il primo presenta uno stile tardo gotico, il secondo uno stile rinascimentale.
- Piazza Obelisco: La piazza è contornata di eleganti palazzi, con graziose bifore, un loggiato con archi a tutto sesto e finestre rinascimentali. Nel passato era circondata da portici, chiusi nel 1810 per ordine di Gioacchino Murat, re di Napoli, e al centro recava il pilozzo, un sedile di pietra per debitori insolventi esposti alla pubblica gogna, sostituito intorno al 1825 dalla fontana con obelisco.
Sono tante le leccornie di questa terra dal cuore antico. Succulenti gli gnocchetti con ceci, la polenta con salsicce e spuntature servita in piatti di legno (le scifellette), l’agnello cac’è ove, salsicce, salami, prosciutto, pancetta, guanciale, lonza, coppa, fegatelli.
Tra i dolci della tradizione, strettamente collegati alle festività, potrete assaggiare: a Natale la pizza con le noci e le nivole ripiene, a Carnevale le frittelle e le zeppole, castagnole al miele e nocchietelle, a Pasqua la pizza e soprattutto i biscotti confezionati dalle monache di clausura del monastero benedettino per la Festa del Volto Santo nella domenica in Albis. E non è finita qui: amaretti alle mandorle, mostaccioli al cioccolato, biscotti con semi d’anice, ciambelle al vino o con la glassa di zucchero, barachiglie ripiene di marmellata