Se siete appassionati della civiltà contadina, organizzate quest’estate un soggiorno a Tione degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila.
Un territorio di boschi e di silenzi nel Parco regionale del Sirente-Velino, che vi propone antiche aree d’altura a oltre mille metri d’altitudine, con minuscole abitazioni in pietra calcarea, luogo di migrazioni stagionali tipiche della transumanza cosiddetta verticale: sono le Pagliare.
Da lontano sembrano i villaggi dei Puffi.
Per raggiungere le antiche costruzioni, imboccate la mulattiera che parte dalla frazione di Goriano Valli, inerpicandosi fino al borgo pastorale, con centinaia di piccoli casolari a due piani, costruiti intorno a un pozzo, che fungevano da rifugio per le persone al piano superiore, e da pagliai e ricovero per gli animali al piano inferiore, dotati di cisterne sotterranee per la raccolta dell’acqua piovana.
Un incredibile museo a cielo aperto, “cristallizzato” in un tempo immobile e in un altopiano immutato in cui contadini e pastori della Valle Subequana, già in epoca medievale, terminato il rigido inverno, salivano per coltivare i terreni e pascolare le greggi.
In pratica, le loro case per le “vacanze”.
Rimanete di certo ammutoliti per la bellezza del panorama circostante, con il massiccio del Sirente silente, che vi regala visioni indimenticabili.
Ridiscendete ora a Tione, dove potete informarvi presso il Comune o la Pro Loco circa le attività, didattiche e non, che potete sperimentare nelle Pagliare, e ammirate il centro medievale, dominato dalla torre medievale merlata, detta torre dell’orologio. Fu costruita a difesa del territorio e, insieme a quelle degli altri territori – Beffi, Goriano Valli e Roccapreturo – costituiva un sistema di controllo medievale sul contado aquilano.
Non perdete, a pochi km, il borghetto fortificato di Santa Maria del Ponte, con tratti di mura, le due porte di accesso con un arco gotico, e la collegiata omonima, con le vestigia dell’antica chiesa, risalente al XII secolo, inglobate nell’attuale monumento religioso.
Ricordate che vi trovate nella terra dell’”Oro rosso” d’Abruzzo, lo zafferano, quindi è d’obbligo l’acquisto dei tipici vasetti da un grammo contenenti i preziosi stimmi, o delle bustine con la “magica” polvere, che rende un semplice risotto un piatto da re. (la qualità è la stessa, ma i fili sono più pregiati perché oltre ad aromatizzare decorano il piatto).
Odorate il prodotto e osservatene la consistenza: la polvere che si ricava per essiccazione degli stimmi, è conosciuta e usata da millenni per l’elevato potere colorante e l’intenso aroma. Di origine mediorientale e molto resistente al freddo, lo zafferano fu portato in Sicilia dagli Arabi e si diffuse nella penisola, ma prosperò solo nell’Abruzzo aquilano, assumendo un peso determinante nell’economia locale.
Se volete sperimentare la raccolta di questa spezia dai poteri afrodisiaci, venite a Tione degli Abruzzi all’incirca a metà ottobre, quando inizia la fioritura che dura circa 20 giorni.
Dovete però alzarvi all’alba, quando la corolla è ancora chiusa.
I fiori recisi sono raccolti in canestri di vimini e aperti con le unghie uno alla volta, per separare gli stimmi dallo stilo, quindi si adagiano in un setaccio, che si appende sulla cenere calda del camino per tostare il prodotto in modo lento e uniforme.
Ve la sentite?
Sarete premiati da manicaretti a base di tartufo, zuppe di legumi, salsicce locali, carni di agnello.
E, chiaramente, zafferano, come se piovesse.
Cos’altro vedere:
- La chiesa di San Vincenzo.
- La chiesa e il convento di S. Giorgio, A Goriano Valli
- La chiesa di S. Giusta, a Goriano Valli
- La chiesa della SS. Trinità, a Goriano Valli